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domparoladioA conclusione del Giubileo straordinario della Misericordia, papa Francesco aveva chiesto che una domenica dell’anno potesse essere dedicata alla celebrazione, riflessione e divulgazione della Parola di Dio «per comprendere l’inesauribile ricchezza che proviene da quel dialogo costante di Dio con il suo popolo» (Lettera apo-stolica Misericordia et misera, 7).

Nella lettera apostolica Aperuit illis, con la quale istituisce tale giornata collocandola nella III domenica del Tempo Ordinario, in prossimità della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani e della giornata del dialogo con gli ebrei, cita un episodio rivelatore del ruolo che i testi sacri avevano nella vita del popolo di Dio:

Il ritorno del popolo d’Israele in patria, dopo l’esilio babilonese, fu segnato in modo significativo dalla lettura del libro della Legge. La Bibbia ci offre una commovente descrizione di quel momento nel libro di Neemia. Il popolo è radunato a Gerusalemme nella piazza della Porta delle Acque in ascolto della Legge. Quel popolo era stato disperso con la de-portazione, ma ora si ritrova radunato intorno alla Sacra Scrittura come fosse «un solo uomo» (Ne 8,1). Alla lettura del libro sacro, il popolo «tendeva l’orecchio» (Ne 8,3), sapendo di ritrovare in quella parola il senso degli eventi vissuti. La reazione alla proclamazione di quelle parole fu la commozione e il pianto: «[I leviti] leggevano il libro della Legge di Dio a brani distinti e spiegavano il senso, e così facevano comprendere la lettura. Neemia, che era il governatore, Esdra, sacerdote e scriba, e i leviti che ammaestravano il popolo dissero a tutto il popolo: “Questo giorno è consacrato al Signore, vostro Dio; non fate lutto e non piangete!”. Infatti tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della Legge. […] “Non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza”» (Ne 8,8-10).

Queste parole contengono un grande insegnamento. La Bibbia non può essere solo patrimonio di alcuni e tanto meno una raccolta di libri per pochi privilegiati. Essa appartiene, anzitutto, al popolo convocato per ascoltarla e riconoscersi in quella Parola. Spesso, si verificano tendenze che cercano di monopolizzare il testo sacro relegandolo ad alcuni circoli o a gruppi prescelti. Non può essere così. La Bibbia è il libro del popolo del Signore che nel suo ascolto passa dalla dispersione e dalla divisione all’unità.

La Parola di Dio unisce i credenti e li rende un solo popolo.

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