Orientamenti pastorali 2020-21: La Carità nella Fragilità
L’esperienza della fragilità, della paura, della malattia ha condizionato i nostri percorsi di questi ultimi mesi e ha condizionato le nostre scelte: abbiamo sospeso e annullato tutto, perfino le celebrazioni della Pasqua, l’accompagnamento degli ammalati, la visita pastorale, la formazione dei più giovani, i funerali: tutto!
Quest’esperienza si è presentata come male, malattia, morte, lockdown ma, guidati dallo Spirito, l’abbiamo affrontata e abbiamo tentato di ricavarne il bene. Vincere il male con il bene è un’indicazione evangelica (cf. Rm 12,21), così come cercare di vedere il bene anche in mezzo al male: noi, cultori del bene per vocazione, ci siamo sentiti mandati in questa missione che però non è terminata, anzi.
Il cammino esistenziale che ha coinvolto tutti, bambini e anziani, uomini e donne, si è incontrato e si è alleato con molte delle riflessioni pastorali e teologiche che arricchivano il dibattito delle nostre comunità e della nostra Diocesi: esperienze e riflessioni si sono illuminate a vicenda.
Così, nell’impossibilità di muoverci, di convocarci in assemblea, abbiamo riscoperto il dono e la dignità del Battesimo e la sua grandezza: l’abilitazione alla preghiera a tu per tu con il Padre, la sacralità della nostra casa e della nostra vita, la missione e la testimonianza affidate ad ogni cristiano chiamato ad annunciare Gesù e il suo Vangelo, partendo dai propri figli.
L’angolo bello ha fatto pensare, ci ha arricchiti. Si è trattato del segno più indovinato di quella proposta che avevo presentato all’inizio dell’anno pastorale, quando invitavo a darci appuntamento attorno al fonte battesimale: il fonte battesimale è, per così dire, entrato nelle nostre case sorprendendoci e davvero tutti eravamo forti soltanto della certezza del Battesimo.
Sempre in obbedienza ai nostri difficili giorni e al nostro tempo (una volta si citava spesso l’espressione conciliare dei “segni dei tempi”), si impone un altro passo da compiere. Non nasce a tavolino – anche se tavoli di lavoro e di confronto ne ha attraversati tanti e da ciascuno ha raccolto un contributo -; nasce dall’urgenza di dare una risposta alle persone fragili, quelle che già sono in difficoltà e quelle che prevediamo cadranno vittime delle conseguenze del coronavirus sul piano economico e sociale. È un’urgenza che non possiamo non vedere.