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10032020Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».

La tentazione di agire per essere ringraziati, apprezzati, ammirati, cercati è davvero forte in ogni circostanza della nostra vita, ma quando sono questi motivi a muoverci, la delusione è dietro l’angolo: non solo la nostra quando non troviamo riconoscimento, ma anche quella che lasciamo negli altri quando smettiamo di fare ciò a cui li avevamo abituati, perché questa motivazione purtroppo non ci può alimentare per tempi molto lunghi.
Sostienici, Signore, quando non troviamo un motivo nella nostra vita.

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