Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?».
E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati».
Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre.
Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.
La polemica non toglie al brano evangelico il valore dell’incontro ma lo pone realisticamente nel campo della libertà personale, del rifiuto e dell’accettazione, dei rischi e di cosa sia urgente ed essenziale nella vita.
Chi non crede a Gesù, come i farisei, è nel peccato. Questa affermazione oggi suscita perplessità in riferimento a coloro che non hanno la fede. Comunque il peccato già per sé stesso è morte, ma è morte solo per coloro che scelgono di rimanere nell’errore. In Gesù, nella sua Buona Novella, c’è la vita e la salvezza.
O Signore, aiutaci a capire che la nostra vita, sotto la tua protezione, è già impregnata di resurrezione.