Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.
Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».
Nonostante Gesù sia stato rinnegato da Pietro, tradito da Giuda e gli altri si siano allontanati, il suo amore va oltre il fallimento e la sconfitta dei discepoli. Consapevole di andare incontro alla morte vuole compiere questo cammino di passione nel rispetto delle volontà del Padre e per la nostra salvezza. Le parole di Matteo ci raccontano della gratuità del suo amore, un amore incondizionato che non dipende da quello che noi facciamo per lui. Troppe volte anche noi tradiamo la sua fiducia, spesso fuggiamo da quelle occasioni nelle quali, invece, potremmo aiutare un nostro fratello che invoca aiuto.
Aiutaci, o Padre, a vivere questa Santa Pasqua nel saper donare amore al prossimo proprio come fece il tuo Figlio prediletto.