Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
Il testo del Vangelo di oggi è una riflessione bella e profonda dell’evangelista sull’azione di Gesù. Le parole di Giovanni si intrecciano spesso con quelle di Gesù, al punto da sembrare un unico filo di una stessa trama. Ci viene descritto un Dio che non è un giudice severo quanto piuttosto un Padre buono che ama i propri figli tanto da accettare la morte del suo Figlio prediletto per la loro salvezza.
O Signore, tu che con la tua luce illumini le nostre vite, tieni viva in noi la fiamma di fede accesa nei nostri cuori e anche noi sapremo essere luce in questo mondo che viene da te e non dall’uomo.