Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete».
Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire».
Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».
Per l’uomo la privazione della presenza di una persona cara, proprio per la sua natura umana, è normale che susciti un sentimento di tristezza e afflizione. La stessa cosa accade anche ai discepoli, nonostante rimasero con lui solo per pochi anni quando era in vita e poco tempo senza di lui dopo la sua morte. Grande fu però in loro la gioia quando lo videro risorto.
Non ha infatti importanza la durata temporale del “poco”: ciò che ognuno di noi coglie è come Gesù mantenga sempre le sue promesse. Per questo motivo prendiamo consapevolezza che la nostra afflizione si trasformerà in gioia e felicità eterna.
Giunga a te, o Signore, la nostra preghiera: aiutaci nei momenti di tristezza ed angoscia affinché, liberati dal peccato, possiamo ammirare la tua bellezza.