Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?».
Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono.
Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice:
“Udrete, sì, ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca!”.
Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!».
La gente del tempo rimaneva impressionata dal modo che Gesù aveva di insegnare. Un nuovo insegnamento, dato con autorità. Un linguaggio diverso da quello degli scribi, egli aveva infatti una capacità naturale e innata nell’usare immagini molto semplici per paragonare le cose del Padre con le cose della vita quotidiana. Questi insegnamenti fanno sì che la nostra esperienza ci spinga a scoprire che Dio è presente nella nostra vita di ogni giorno.
Fa', o Signore, che i nostri occhi vedano e che le nostre orecchie sappiano ascoltare: solo così sapremo realmente mettere in pratica i tuoi insegnamenti.