Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».
Mi pare che la domanda sottesa alla parabola riportata nel Vangelo di oggi, sia: “Perché fai quello che fai?”. Cosa ti muove? Cosa sta alla base, al centro del tuo quotidiano? Quali sono i valori sui quali hai costruito, fondato la tua vita? Gesù ci invita a fermarci, a rivolgere lo sguardo dentro di noi, a scavare in profondità, con grande umiltà, senza paura delle nostre fragilità. Perché, proprio lì dove ci sentiamo più deboli, dove sentiamo di avere le ferite esposte, dove le ombre non lasciano spazio alla luce, troveremo lui, che ci ha preceduti, pronto a curarci, a guarirci, a illuminarci, ad abbracciarci.