Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
Io non sono alto, anzi, per gli standard di oggi, potrei definirmi medio-basso. Eppure, sebbene in certe situazioni qualche centimetro in più mi avrebbe fatto comodo, non ho mai sentito questa mia caratteristica come un difetto o una carenza. Anzi, come nel caso di Zaccheo, proprio a causa della mia statura, in certe occasioni ho dovuto ingegnarmi. Mi piace però pensare che Zaccheo, dall’inizio alla fine del brano, sia cresciuto in “altezza”. Dapprima ha usato un artifizio, arrampicandosi su di un albero, poi, quando si è trovato al cospetto di Gesù, ha abbandonato ogni remora e si è elevato: da curvo che era sui propri interessi e imbrogli, si è raddrizzato grazie alla salvezza che ha scelto di abbracciare.
Aiutaci, Signore, a camminare per il mondo con la schiena dritta e lo sguardo aperto al mondo e all’altro, consapevoli che il primo a vederci e a guardarci sei tu.