Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
Contrariamente a qualunque insegnamento o buon consiglio che sicuramente abbiamo ricevuto durante la nostra vista scolastica, il Signore invita i suoi discepoli a non prepararsi all’esame più importante della loro vita, dove non è in gioco un voto ma la loro stessa sopravvivenza. Non serve prepararsi perché avranno un suggeritore. Per chi ha fede, nel momento di maggiore difficoltà la scelta migliore è quella di farsi da parte, di fidarsi ancora di più, e lasciare fare a Lui. San Paolo porta all’estremo il ragionamento e arriva a dire “quando sono debole, allora sono forte”.
Signore, aiutaci ad abbracciare la nostra fragilità e la nostra debolezza, perché così facendo abbracceremo te, fonte della vita e della vera forza.