Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.
Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Il motto degli scout è “estote parati”, tradotto “siate pronti”. A cosa? Nell’accezione scout significa soprattutto essere pronti agli imprevisti, guardare avanti, prevenire i rischi (Baden Powell, fondatore degli scout, diceva che non esiste buono o cattivo tempo ma buono o cattivo equipaggiamento).
Quella del prevedere il rischio per evitarlo o mitigarlo è una prassi adottata ormai da moltissime aziende. Anzi, in certi ambiti, è un obbligo di legge. Anche il mio gatto quando dorme mantiene un certo livello di vigilanza, pronto a scattare in piedi in caso di rumori che non riconosce o che interpreta come minacciosi. A volte confondiamo questo atteggiamento con l’ansia: non so cosa capiterà e allora mi agito, mi predispongo al peggio. In realtà è esattamente il contrario: è proprio perché non so cosa potrebbe capitare che, con calma, professionalità, impegno e dedizione mi preparo ad ogni evenienza, anche la peggiore. Lo vedo più simile ad un allenamento. Mi alleno per la vita.
Ecco, potrei tradurre l’invito a vegliare del Vangelo di oggi in un invito ad allenarsi per la Vita, quella vera, quella che verrà dopo di questa, che, proprio perché è un allenamento, è un’anticipazione di ciò che sarà. E come ci si allena? Che esercizi bisogna fare? Non credo occorra andare molto lontano: basta volgere il nostro sguardo alla vita di Gesù e di coloro che hanno saputo seguirlo. L’importante è la costanza… piccoli gesti buoni, attenzioni, pensieri puliti, parole gentili, pazienza (tanta)... Aiutaci, Signore, ad allenare il nostro cuore all’incontro con te.