Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.
Il nome Gesù corrisponde all’ebraico Yeshua o Yeoshua che noi traduciamo in Giosuè, il cui significato è “Yahweh è salvezza”, ovvero “Dio è salvezza”. Il nome ci identifica, dice chi siamo, ci orienta. Giuseppe e Maria, in osservanza della legge, danno (donano?) a Gesù il nome pronunciato dall’angelo che li aveva informati dei piani di Dio per loro. E Gesù, anno dopo anno, si è manifestato per quello che è: la nostra salvezza. Chissà se crescendo si è mai chiesto il perché di quel nome. Cosa gli avranno raccontato i genitori in merito alla sua generazione, nascita e scelta del nome Gesù? In che modo questo nome ha delineato la sua missione?
Signore, aiutaci a capire chi siamo, aiutaci a vedere in noi e per noi il tuo progetto di vita in pienezza. Ma soprattutto, aiutaci a farlo nostro.