Dal vangelo secondo Marco
In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».
La lettura di questo brano del Vangelo non può non farci tornare alla memoria le parole di papa Francesco in una deserta piazza san Pietro, a fine marzo 2020, all’inizio della pandemia.
Quelle parole, «Maestro, non t’importa che siamo perduti?» tornano ancora oggi, davanti alle guerre, alle malattie, ai soprusi e alle ingiustizie. E torna la risposta di Gesù: «Non avete ancora fede?»
È vero, Signore, non abbiamo ancora fede, abbiamo paura.
Donaci di sperare, di credere, di avere fede, anche se tutto ci sembra perduto.
Vieni presto, Signore, in nostro aiuto. Donaci la tua pace.