Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio».
Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani.
Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.
Nel venerdì che precede la domenica delle Palme, la pietà popolare ricorda i sette dolori di Maria: la profezia di Simeone, la fuga in Egitto, lo smarrimento di Gesù nel Tempio, l’incontro con Gesù mentre porta la Croce, la morte di Gesù, la deposizione dalla Croce, la sepoltura di Gesù; il vangelo, invece, ci presenta un brano in cui cercano di lapidare Gesù.
Quanto dolore anche oggi: di fronte alle ingiustizie, alle malattie, ai soprusi, al fanatismo è difficile riuscire a cogliere gesti di bontà e di amore.
Ti chiediamo, Gesù, di aiutarci ad avere come modello da seguire la tua mamma, che di fronte al dolore ha pianto, lo ha accettato, ma ha continuato ad affidarsi a Dio Padre senza perdere la speranza.