Dal Vangelo Marco
Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.
Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati».
Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua».
Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».
La fede? È scoperchiare il tetto. È giocare la propria vita sull’invisibile, cioè su ciò che non si è mai visto. (...)
Scoperchiare il tetto, la fede, è provocare Gesù all’impossibile. Egli accetta la sfida.
Anch’egli scoperchia un tetto, più spesso di quello della casa. Penetra in quell’uomo paralitico, chiuso nella sua infermità, e gli dice una parola inaudita, folle: «Ti sono rimessi i tuoi peccati». (...)
Che cos’è più folle? Scoperchiare il tetto della casa o irrompere all’interno quell’uomo, invitandolo a vivere come se fosse appena nato?
(G. Bessière, Gesù inafferrabile)