Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».
Ci sono dei brani del Vangelo che suscitano inquietudine in chi abbia cominciato ad intuire che cosa essi rivelano. E questo brano, che tra tanti insegnamenti identifica lo stesso Gesù col suo messaggio (chiamato anche Buona Novella o Euaggelion o Vangelo), predica una povertà radicale, quasi sovrumana, che alla fine ripaga di tutto, come dimostrato dall’esempio di tanti Santi. Ma noi siamo in grado di recepire il senso di questa povertà? Non bisogna però dichiararsi sconfitti e capire come sia possibile e doverosa una povertà “cristiana” che ci spinge a seguire il Cristo, mettendo lui al primo posto e lasciando tutto il resto in un secondo piano di importanza.
O Signore, fammi capire quando ciò che possiedo rappresenta un impedimento nel seguire la tua parola e aiutami a rinunciare a tutto quello che mi allontana dal tuo insegnamento.