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pèopoliesingoliCon alcuni giovani delle nostre comunità e don Lorenzo ho partecipato a fine dicembre al 42° incontro europeo dei giovani organizzato dalla comunità di Taizé nella città polacca di Breslavia.

La bellezza di questi incontri sta nel clima di grande accoglienza che si respira, e quest’anno più che mai abbia-mo potuto sperimentarla fin dal nostro arrivo, quando abbiamo scoperto che gli oltre 12 mila partecipanti sarebbero stati tutti accolti da famiglie locali: niente alloggi di gruppo, ognuno avrebbe avuto una casa.

Nei momenti di preghiera è sempre stato rispettato il carattere internazionale ed ecumenico dell’evento, per cui ci si trovava a cantare senza imbarazzo in lingue a noi in-comprensibili, con la consapevolezza che, per qualcuno che ci era seduto vicino, ciascuno di quegli strani suoni componeva una preghiera. I testi scelti, poi, sono sempre stati rispettosi delle diversità delle confessioni religiose presenti, che se ad uno sguardo esterno possono sembrare minime, tutti noi sappiamo invece quali profonde divisioni abbiano segnato nel corso dei secoli.

Di questi giorni mi rimane il ricordo di quanto abbiano fatto per noi le persone che ci hanno ospitato: hanno dato fiducia a degli sconosciuti, hanno cambiato le loro abitudini e riorganizzato le loro giornate, talvolta hanno ceduto la loro stanza migliore per consentirci di essere più comodi, hanno condiviso con piacere con noi usanze e tradizioni. Credo che anche nelle relazioni avvenga qualcosa di simile: senti di essere amato quando puoi raccontare la tua quotidianità senza dover stupire e percepisci che per l’altro è preziosa proprio perché è tua; senti di amare quando riesci a farti da parte affinché l’altro possa esprimere ciò che ha nel cuore.

Spero di non dimenticarlo e di saper fare altrettanto.

convivenzagiovani2020

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