Svegliatevi, ci suggerisce San Paolo, perché il Signore è più vicino ora di quando diventammo credenti, il Signore è ogni giorno più vicino perché ogni minuto che passa si avvicina il momento in cui lo incontreremo. Svegliamoci per evitare che il Signore passi senza che ce ne accorgiamo! A volte infatti le cose che accadono nella nostra vita, ma non siamo pronti ad accoglierle.
Dio è venuto verso (adventum) di noi, altrimenti non saremmo vivi, ci ha amati e continua a farlo: è colui che continuamente ci viene incontro. Noi, d’altra parte, siamo per nostra natura, coloro che accolgono, perché siamo mancanti in quanto creature: ci portiamo dentro quel vuoto costitutivo che fa di noi coloro che accolgono. C’è in noi lo spazio per ricevere Dio.
Se non ci svegliamo e non prestiamo attenzione a quello che sta accadendo dentro di noi e intorno a noi, ci ritroveremo travolti dal diluvio senza esserci accorti che ha cominciato a piovere, senza accorgerci che il tempo stava di-ventando brutto, sottovalutando le prime gocce. È meglio individuare dov’è l’arca in cui ripararci dal diluvio. Quell’arca è la relazione con Dio, per questo i Padri hanno visto nell’arca una prefigurazione della Chiesa che accoglie e custodisce.
Dobbiamo svegliarci perché non sappiamo mai quello che può avvenire nella nostra vita: possiamo essere presi o lasciati. La vita è segnata dall’incertezza, solo noi possiamo fare la differenza.
Oggi la liturgia ci consegna una prima via per svegliarci: Isaia ci invita a trasformare le spade e le lance, cioè gli strumenti della guerra, in aratri e falci, cioè in attrezzi che servono per coltivare, per generare vita. Per lo più nella nostra vita maneggiamo quotidianamente spade e lance, riversiamo le nostre energie sui conflitti, cerchiamo di difenderci e di attaccare, ma dove ci porta questa violenza a prescindere? Ci sono tante forme di violenza: possiamo essere violenti anche con il silenzio, con i giudizi, con l’indifferenza. Isaia non ci chiede di buttare via le spade e le lance, perché in fondo rappresentano quell’energia che ci abita, forse sono persino il segno di una voglia di vivere che però stiamo usando male o per fare il male a noi stessi e agli altri.
Occorre svegliarsi! Prendere consapevolezza delle armi che ho nelle mie mani e decidere di trasformare gli strumenti di morte in risorse di vita: la mia rabbia può diventare energia per affrontare le difficoltà della vita, i miei senti-menti possono diventare occasione di compassione piuttosto che essere fonte di rancore, i miei pensieri possono diventare un modo per elaborare strategie di vita piuttosto che rimanere a rimuginare sulle strategie di vendetta.
Il Signore oggi ci apre una via, ma dobbiamo svegliarci per riuscire a vederla!
Gaetano Piccolo
(leggi la meditazione completa su https://cajetanusparvus.com/2022/11/25/salve-sono-la-realta-traumatici-risvegli/)