Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nasce-rà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
L’uomo da sempre viene definito come viator (viandante) o pellegrino: in effetti per molto tempo e ancora oggi in molti luoghi del mondo per gli uomini è nomale spostarsi.
Peregrinus (per = al di là, ager = campo) vuol dire “andare per campi”. Il pellegrino necessita di una meta, vuole raggiungere qualcosa: se non proprio un luogo almeno un senso, altrimenti diventerebbe un errante vagabondo e un ramingo senza scopi.
La prima parola che Dio dice nella Bibbia la rivolge all’uomo chiedendogli «Adamo, dove sei?» (Genesi 3,9). Adamo si era perduto, aveva smarrito il senso della sua vita e Dio, non a caso, gli rivolge questa domanda nell’intento che possa orientarsi.
Siamo tutti disorientati, chi più chi meno: dopo tanti mesi di prova in questa situazione è stata minata profondamente la nostra ecologia (eco = casa/ambiente): la casa che prima eravamo abituati a vivere, con i nostri ritmi e consuetudini, è cambiata e non sappiamo neppure se tornerà mai quella di prima: relazioni, tempi, economia, salute…
In questo periodo non vediamo ancora una meta, sarebbe chiedere troppo, eppure dobbiamo vincere la tentazione di stare fermi, immobilizzati come un cadavere. Ciascuno di noi è invitato singolarmente e come comunità religiosa e sociale ad uscire dalla propria comfort zone e a camminare per mettersi in viaggio. Il viaggio ora è il nostro luogo, è la nostra casa. Stare fermi significherebbe rimanere in un luogo di morte. Maria, di fronte alla proposta di Dio, si mette in movimento anche se non conosce quale sarà la sua meta: il viaggio è la sua casa e anche il suo motivo per vivere e dare vita.