Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».
Il dono della vita di Gesù Buon Pastore è la piena manifestazione dell’amore tra lui e le pecorelle con le quali ha un rapporto di condivisione, di “conoscenza” amorevole.
Gesù indica la via ai “pastori” che, come dice Francesco, “devono sapere di pecora, portarne l’odore”, farsi servi per essere buone guide.
Gesù Buon Pastore, aiutaci a trovare conforto in te, guida certa nei momenti in cui sentiamo il peso della vita. Aiuta ognuno di noi a guidare la piccola porzione di gregge che la vita ci propone, nelle persone che ci stanno accanto.