Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».
Matteo intende che l’essere umano si costituisce in base alle sue azioni e vive in esse. I discepoli quindi diventeranno luce del mondo nella misura in cui saranno capaci di far “brillare” le loro opere nel contesto della società in cui agiscono (così come il sale è tale quando interviene sul cibo per definirne il sapore). Le opere poi sono da mettere in relazione a quanto Gesù ha declamato nel “discorso delle beatitudini” di cui questo passo è il seguito e, per così dire, quasi un invito alla missionarietà del messaggio evangelico. Si tratta di una testimonianza rivolta verso una dottrina nuova che fa intravedere un nuovo rapporto tra Dio e gli uomini e tra gli uomini tra di loro.
Aiutami, Signore, a testimoniare il tuo insegnamento, con parole ed ancor più con il mio comportamento.