Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Il Vangelo di oggi è illuminato dalla paternità di Dio. Gesù infatti afferma che Pietro ha parlato perché ispirato dal Padre: « Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli».
Gesù è docile al Padre: non sceglie di sua iniziativa il primo degli apostoli, ma aspetta che il Padre manifesti la sua scelta: soltanto dopo il riconoscimento da parte di Simone: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» Gesù gli dice: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa». Simone riconosce in Gesù il figlio di Dio e Gesù riconosce in Simone la pietra fondamentale della sua chiesa. E Simone diventa Pietro.
La domanda che Gesù fa ai discepoli è la stessa che oggi pone a ciascuno di noi: «Chi sono io per te?».