Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane».
Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».
Ci sono persone che pretendono un segno, un miracolo, per legittimare la fede. Ma la fede è un dono che poggia sulla nostra libertà decisionale e procede dalla libertà di Dio. Seguendo tale principio Gesù respinge sempre le richieste di segni miracolosi, spesso formulate in diverse pagine dei vangeli.
La fede in Gesù, in questo brano, si concretizza e si rapporta nel cibo, in una specie particolare di pane-nutrimento, che se da un lato rimanda all’eucaristia da un altro lato concretizza qualcosa che procura la vita eterna. Il cibo materiale non dà la vita, bensì la prolunga; il pane disceso dal cielo invece dona la vita eterna, che è da intendere come vita che non conosce la morte. E questo pane disceso dal cielo che l’uomo non può procurarsi da solo è Gesù, donato dal Padre, testimonianza concreta della Provvidenza di Dio. I beneficiari di questo dono devono risalire al donatore e capire che tutto è grazia e la fede consiste nel fare propria questa realtà.
Signore, accresci la mia fede e la fede di tutta la nostra comunità e dacci la sapienza per comprendere la grandezza del tuo dono.