Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.
Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».
La pace non è una vita senza guerre o senza problemi più o meno rimediabili, la pace prospettata qui nel vangelo di Giovanni è un insieme di doni messianici, che provengono da Dio per mezzo di Gesù. La dipartita di Gesù unitamente alla promessa del ritorno delinea un percorso per il nostro vivere quotidiano e la vita della chiesa, che è l’assemblea dove tutti noi credenti in Gesù cerchiamo quei beni messianici, quella vera pace interiore che non è una chimera ma qualcosa di concreto.
Il termine ebraico tradotto con il termine italiano “pace” è “shalom”, che nel significato originale indica “pienezza di vita”: un’esistenza che contempla la quotidianità vissuta in armonia col mondo e con chi ti circonda.
O Signore Gesù, che ci hai lasciato in dono la pace, aiutaci a capire pienamente la “tua pace” e aiutaci ad essere strumento di pace per chi ci è vicino.