Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».
Chi sono io per giudicare? Basterebbe questo interrogativo per metterci in discussione, per farci rientrare in noi stessi e comprendere che Uno solo può essere il giudice. A noi spetta solo comprendere e perdonare con misericordia infinita. Del resto non è questo che, a nostra volta, chiediamo al nostro Signore? Da lui ci sentiamo accolti con tutti i nostri limiti, con tutte le nostre pochezze, con tutte le nostre mancanze. Lui ci chiede di amare gli altri come lui fa con noi.
Donaci, Signore, il coraggio di essere come tu ci vuoi, come tu ci hai creati.