Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, vennero da Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e lo interrogavano dicendo: «Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che, se muore il fratello di qualcuno e lascia la moglie senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza. Allora la prese il secondo e morì senza lasciare discendenza; e il terzo egualmente, e nessuno dei sette lasciò discendenza. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Rispose loro Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio? Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli. Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: “Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe”? Non è Dio dei morti, ma dei viventi! Voi siete in grave errore».
Quando Marco scrive il suo Vangelo sono passati quasi quarant’anni dalla morte di Gesù e i sadducei erano una classe benestante, un’élite di commercianti e possidenti agricoli. Erano dei conservatori convinti che Dio retribuisse in vita, con ricchezza e benessere, quanti osservavano la sua legge e per questo motivo non accettavano la fede della risurrezione predicata da Gesù. Egli risponde loro duramente ribadendo che la condizione umana dopo la morte sarà completamente diversa da quella attuale.
O Signore, tu che con la tua risurrezione hai vinto la morte, concedici, guidati dal tuo Santo Spirito, di poter essere dopo questa vita angeli al tuo cospetto.