A) La Parola
Dal Salmo 104,16-17; 24
Sono sazi gli alberi del Signore,
i cedri del Libano da lui piantati.
Là gli uccelli fanno il loro nido
e sui cipressi la cicogna ha la sua casa.
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.
B) Il Simbolo
Riceviamo il materiale per realizzare un fiore di carta da collocare nel nostro angolo della preghiera.
C) A casa
Niente plastica almeno durante il pasto della domenica! Realizziamo il fiore di carta seguendo le istruzioni che ci sono state date in chiesa, leggiamo insieme la scrittura e questa meditazione:
Di fronte all’enorme pericolo che grava sul nostro meraviglioso pianeta, molti giovani – ma anche meno giovani – si sentono impotenti e scoraggiati. E nel prossimo futuro, le catastrofi climatiche costringeranno ancora più persone a lasciare la propria casa. Eppure, la fede ci invita a resistere al fatalismo ed all’angoscia.
All’inizio della Bibbia leggiamo: “Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse” (Genesi 2,15). Con questo brano poetico, la Bibbia sottolinea che, nell’opera creatrice di Dio, riceviamo una particolare responsabilità, quella di prenderci cura della terra e di preservarla. Riscoprire che siamo parte integrante della Creazione rende più umana la nostra vita.
La nostra terra è un dono prezioso del Creatore che noi possiamo ricevere con gratitudine e con gioia. La terra è la nostra casa comune e Dio ci chiama a vegliare su di essa per il bene di tutte le creature e delle generazioni future. Di fronte all’emergenza climatica stiamo assistendo a molteplici iniziative che stanno cambiando sempre di più la coscienza collettiva. Certamente, il solo livello dell’approccio individuale non è sufficiente, ma è condizione indispensabile per il cambiamento.
D) Durante la settimana
Ciascuno di noi è invitato ad agire al proprio livello: rivediamo il nostro modello di vita, semplifichiamo ciò che possiamo, stiamo attenti alla bellezza della creazione.
Quaresima 2020:
A) La Parola
Dal Libro del Levitico 19,33-34
Quando un forestiero dimorerà presso di voi nella vostra terra, non lo opprimerete.
Il forestiero dimorante fra voi lo tratterete come colui che è nato fra voi; tu l’amerai come te stesso, perché anche voi siete stati forestieri in terra d’Egitto. Io sono il Signore, vostro Dio.
B) A casa
Accogliamo, per un pranzo insieme, una persona bisognosa, un esule, una persona sola, oppure possiamo fare la spesa a una persona anziana del condominio, dedicare una preghiera agli ammalati di questo periodo…
Al posto delle sagome vuote contenute nella cornice che abbiamo ricevuto domenica scorsa inseriamo la foto di qualcuno: magari della persona che abbiamo aiutato.
Leggiamo insieme la scrittura e questa meditazione:
Nel mondo intero, donne, uomini e bambini sono costretti a fuggire dal loro paese o decidono di cercare altrove un avvenire migliore. La loro motivazione è più forte di tutte le barriere che si alzano davanti a loro.
Tutti noi ci auguriamo che le specificità delle nostre culture siano salvaguardate, ma l’accoglienza dell’altro non è forse uno dei doni più belli dell'umanità? Naturalmente, l’arrivo di persone straniere pone questioni complesse. L’afflusso dei migranti deve essere gestito; tuttavia, se da un lato crea difficoltà, può anche
essere una opportunità. Può anche succedere che vivendo nella stessa città, lo stesso quartiere, lo stesso
paese, talvolta per generazioni, le persone rimangono come estranee tra di loro. Ed anche fra coloro che condividono gli stessi riferimenti culturali, ci possono essere profonde incomprensioni. Potremo allora provare ad incontrare quelle persone che non hanno le nostre stesse priorità o convinzioni? Mettendoci in cammino verso gli altri, sia le persone arrivate da lontano sia quelle che vivono al nostro fianco ma che non conosciamo, saremo senza dubbio in grado di capire meglio quello che pensano diversamente da noi.
C) Durante la settimana
Per non accontentarci delle informazioni o delle statistiche, utilizziamo un po’ di tempo per conoscere la situazione di un migrante o di una famiglia venuta da fuori, per ascoltare e capire la loro storia e il loro percorso.
Quaresima 2020:
Leggi il brano di Genesi 25,24-34 che racconta di Esaù e Giacobbe
24 E quando venne per lei il tempo di partorire, ecco ch’ella aveva due gemelli nel seno. 25 E il primo che uscì fuori era rosso, e tutto quanto come un mantello di pelo; e gli fu posto nome Esaù. 26 Dopo uscì il suo fratello, che con la mano teneva il calcagno di Esaù; e gli fu posto nome Giacobbe. Or Isacco era in età di sessant’anni quando Rebecca li partorì. 27 I due fanciulli crebbero, ed Esaù divenne un esperto cacciatore, un uomo di campagna, e Giacobbe un uomo tranquillo, che se ne stava nelle tende. 28 Or Isacco amava Esaù, perché la cacciagione era di suo gusto; e Rebecca amava Giacobbe. 29 Or come Giacobbe s’era fatto cuocere una minestra, Esaù giunse dai campi, tutto stanco. 30 Ed Esaù disse a Giacobbe: "Deh, dammi da mangiare un po’ di cotesta minestra rossa; perché sono stanco". Per questo fu chiamato Edom. 31 E Giacobbe gli rispose: "Vendimi prima di tutto la tua primogenitura". 32 Ed Esaù disse: "Ecco io sto per morire; che mi giova la primogenitura?" 33 E Giacobbe disse: "Prima, giuramelo". Ed Esaù glielo giurò, e vendé la sua primogenitura a Giacobbe. 34 E Giacobbe diede a Esaù del pane e della minestra di lenticchie. Ed egli mangiò e bevve; poi si levò, e se ne andò. Così Esaù sprezzò la primogenitura.
Commento e spunti per la riflessione
Due gemelli, due realtà diverse: Esaù, rossiccio e peloso, “uomo della steppa”, sempre in movimento, abile nella cac-cia, preferito dal padre; Giacobbe, più tranquillo, stanziale, “dimorava sotto le tende”, probabilmente dedito alla pa-storizia, abile cuoco e preferito dalla madre. Da Esaù ci si aspetterebbe vita autonoma, furbizia, un fare diretto, un’attenzione decisa per precisione, da Giacobbe invece, disponibilità, riflessione, pacatezza, attenzione sì ma nella dedizione.
Troviamo Giacobbe che “si era cucinato una zuppa” ed Esaù che, “stanco morto” gliene chiede un po’. Spontanea-mente penseremmo che Giacobbe gliene versasse con generosità almeno una parte, invece pone prima una condizio-ne: “Vendimi prima la tua primogenitura”.
Probabilmente, almeno così ci è dato di intuire, ci aveva pensato già da prima di quel momento… Chissà perché!
Di fatto lui ha “calcolato” un vantaggio, ma essere calcolatore equivale automaticamente a essere “saggio”?
Esaù, senza obiettare, ascolta il suo istinto, la sua fame; non riflette, è immediato e cede il campo al fratello.
Anche dopo la richiesta più formale, decisiva (“giuramelo!”) Esaù pensa prima a soddisfare un bisogno; nessuna rifles-sione, non si pone domande, meno ancora una progettualità: “Sto morendo, a che mi serve?”.
A) La Parola:
Dal Vangelo secondo Marco 6,34
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
B) Il Simbolo:
Oggi in chiesa ci viene consegnata una cornice con delle sagome vuote da collocare, a casa, nel nostro angolo della preghiera.
C) A casa:
Durante il pasto parliamo e ci organizziamo per invitare un bisognoso nella nostra famiglia domenica prossima. Leggiamo il breve brano del vangelo e questa meditazione:
Gesù presenta se stesso come pellegrino, che “non ha dove posare il capo” (Matteo8,20). Si è messo in cammino per annunciare questa buona notizia: Dio è vicino, la sua azione trasforma il mondo. Egli ci invita a nostra volta a partecipare a questo progetto di rinnovamento per la famiglia umana. Attraverso la sua vita, Gesù Cristo ha fatto vedere da dove iniziare: essere attenti ai più piccoli ed ai più vulnerabili. Se Gesù riusciva ad avere questa grande attenzione verso gli altri è perché era profondamente ancorato a Dio. In ogni momento della sua vita, si lasciava guidare dallo Spirito Santo. Venendo nel mondo, Cristo ha condiviso pienamente la nostra condizione umana. Con la sua morte sulla croce, è andato fino all’estrema sofferenza ed ha rivelato la sua assoluta fedeltà verso Dio e verso di noi. Con la sua risurrezione, diventa il testimone di un nuovo inizio che Dio, nel suo amore, dona all’umanità. Sconcertati dalle violenze e dalle umiliazioni, numerosi sono quelli che si sentono come stranieri sulla terra. Seguendo Cristo, i cristiani mettono la loro fiducia in Dio e questo li porta a non scivolare nell’indifferenza ma essere in presa diretta con la realtà, solidali ed impegnati.
D) Durante la settimana:
Cerchiamo un impegno concreto per esprimere nella nostra vita l’attenzione di Cristo verso i più poveri.
Quaresima 2020:
A) La Parola:
Dal Libro della Genesi (12,1)
Il Signore disse ad Abram: «Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò».
B) Il Simbolo:
Oggi in chiesa ci viene consegnato il segno del semaforo da collocare, a casa, nel nostro angolo della preghiera.
C) A casa:
Prepariamo un aperitivo per la nostra famiglia; leggiamo il brano della Genesi e la breve meditazione che troviamo di seguito; collochiamo nel nostro angolo della preghiera il semaforo che ci è stato consegnato in chiesa.
Attraverso la fede, rispondiamo ad una chiamata e ci mettiamo in cammino, ricordandoci che un nuovo inizio è sempre possibile, sia in situazioni di benessere o di fronte a difficoltà che sembrano insormontabili.
Nei primi capitoli della Bibbia, troviamo la storia della vocazione di un uomo. Abramo è chiamato a lasciare tutto e partire, senza sapere dove andare. Insieme a sua moglie Sara, diventa pellegrino, animato dalla fiducia che Dio li guiderà. Una volta arrivati nella nuova terra chi Dio ha loro donato, Abramo e Sara
abiteranno sotto una tenda, come se fossero ancora in cammino. Ma alla fine, le loro tribolazioni si trasformano in benedizioni: Abramo e Sara scoprono ciò che non avrebbero potuto trovare restando a casa loro. La Bibbia è segnata da questa dinamica: mettersi in cammino per un avvenire che Dio prepara. La strada può essere seminata di insidie – quando il popolo di Dio lascia l’Egitto, vagabondò per quarant’anni.
E Dio stesso si fa pellegrino; egli conduce ed accompagna il suo popolo: “Io sono con te e ti proteggerò dovunque tu andrai” (Genesi 28,15). Guidando il suo popolo attraverso il deserto, Dio gli insegna ad ascoltare la sua voce ed apre a lui inaspettate possibilità.
D) Durante la settimana:
Leggiamo, da soli o con altri, qualche passo biblico in cui Dio ci invita a metterci in cammino: Genesi 28,10-15; Esodo 13,17-22; Salmo 126; Isaia 43,1-2; Matteo 2,13-23; Luca 10,1-9; Atti degli Apostoli 11,19-26.
Quaresima 2020:
Festive
Domenica ore 8.30 e ore 11.00
Feriali
Lunedì ore 18.30
Venerdi ore 18.30
Festive
Sabato ore 18.30
Domenica ore 7.30 e 10.00
Feriali
Martedì ore 18.30
Mercoledì ore 18.30
Giovedì ore 18.30
Festive
Sabato ore 18.30
Domenica ore 8.00, 10.30 e 18.30
Feriali
tutti i giorni ore 18.30