Natale è, certo, Gesù che viene, che vuole nascere ancora nella mia vita, che desidera portare la sua vita in me e nelle nostre comunità. Di fronte alla proposta di Dio e al suo desiderarmi, si trova la nostra libertà di uomini descritta da due icone bibliche. La prima è quella degli albergatori: Gesù bussa e vuole entrare ma, per vari e ragionevoli motivi, non c’è posto per lui nella vita di quegli uomini, probabilmente distratti e presi dalle loro faccende, non per questo cattivi, eppure… La seconda immagine è quella della capanna, luogo umile, disordinato e forse anche un po’ sporco, eppure aperto, senza porte, dove chiunque può entrare, anche Dio.
Le cose impreviste ci colgono impreparati ed è normale che sia così: è il colore della novità. Gli albergatori sono stati colti all’improvviso, così come Maria e Giuseppe - ma questi due non potevano organizzarsi meglio sapendo che erano in attesa di un bimbo? -. La novità è una caratteristica di Dio, ed essa supera la nostra capacità di programmazione. Qualcosa di improvviso ha colto anche le nostre comunità in quest’anno: ci siamo trovati d’un tratto a camminare insieme e quindi a dover cambiare un po’ le nostre abitudini.
Teniamo davanti alle nostre coscienze le due immagini. Sono impreparato come gli albergatori e quindi penso che tutto ciò non sia possibile, oppure sono impreparato ma aperto come la capanna? Tocca a me decidere.
Certo è che Gesù bussa, bussa oggi nelle nostre comunità di Mandria e di Voltabrusegana, bussa in questa nuova situazione perché vuole nascere ancora, incontrarci e far nascere qualcosa di nuovo in ciascuno di noi.
Penso che questo sia il nostro modo di vivere il Natale: incontraci, ascoltarci, viverci. Si inizia con il guardarsi negli occhi, imparare i nomi, andarsi a trovare a casa, conoscere e raccontare reciprocamente le abitudini e le storie delle comunità.
Io credo che il Natale per noi sia questo, perché non sia una cosa astratta e patinata di romanticismo. L’augurio che faccio, soprattutto agli operatori pastorali ma anche alle famiglie e ai singoli, è che abbiamo occhi di simpatia e mani che possano toccare gli amici della comunità vicina.
Celebriamo il Natale nella notte santa insieme, non per una questione pratica, ma perché vogliamo pregare insieme e insieme accogliere la novità della nascita del bambino Gesù.
Buon Natale
Don Lorenzo