Papa Francesco ha raccomandato che durante questo Anno santo si mettano in pratica le opere di misericordia.
Ma cosa sono e in cosa consistono?
Anzitutto le opere di misericordia trovano il loro fondamento nella Parola di Gesù riportata dall’evangelista Matteo nella narrazione del giudizio finale (cf. Mt 25, 31-46) e si dividono in due categorie: corporali e spirituali.
Le opere di misericordia spirituale
1) Insegnare agli ignoranti
Consiste nell’insegnare all’ignorante le cose che non sa: anche in materia religiosa. È un insegnamento che può avvenire attraverso scritti o con parole, con qualunque mezzo di comunicazione o a voce. Come leggiamo nel libro di Daniele, «coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre» (Dn 12, 3).
2) Consigliare i dubbiosi
Uno dei doni dello Spirito Santo è il dono del consiglio. Per questo colui che vuol dare un buon consiglio deve, prima di ogni cosa, essere in sintonia con Dio, perché non si tratta di dare opinioni personali, ma di consigliare bene chi ha bisogno di una guida.
3) Correggere colui che sbaglia
Quest’opera di misericordia si riferisce soprattutto al peccato, pertanto si può formulare in un altro modo: ammonire i peccatori. La correzione fraterna è spiegata proprio da Gesù nel vangelo di Matteo: «Se il tuo fratello commette una colpa, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà avrai guadagnato il tuo fratello » (Mt 18, 15). Dobbiamo correggere il nostro prossimo con mansuetudine e umiltà. Spesso sarà difficile farlo, ma in questi casi possiamo ricordare ciò che dice l’apostolo Giacomo alla fine della sua lettera: «Chi riconduce un peccatore dalla sua via di errore, salverà la sua anima dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati» (Gc 5, 20).
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La preghiera è dialogo con Dio.
Per i filosofi personalisti il dialogo è propriamente l’operazione culturale che forma e qualifica le persone. Come a dire che senza dialogo gli uomini rimangono fermi, inerti, e non progrediscono; in effetti il dialogo vero è esporsi e lasciarsi modificare nelle convinzioni e nelle certezze al fine di progredire nella ricerca del vero.
Se tutto ciò vale sul piano antropologico, immaginiamo cosa significhi quando entriamo sul piano teologico, ovvero quando scegliamo di instaurare un dialogo con Dio. Dialogare con Dio e con gli uomini è, quindi, non solo una condizione della spiritualità ma anche dell’umano e dell’intelligenza.
Dialogo, dal greco dià-lògos, vuol dire "discorso fuori di me", che porta fuori di noi; il contrario sono i discorsi che facciamo "in noi", "con noi", sovente autoreferenziali e autogiustificativi. Come Papa Francesco invita ad uscire, il primo e fondamentale modo che abbiamo per uscire da noi, diventando intellettualmente e spiritualmente estroversi, è la preghiera.
Nella nostra comunità vengono offerte tante possibilità di preghiera:
- le Lodi del mattino, per iniziare la giornata con un “tocco di Dio”;
- l’adorazione settimanale il martedì e il giovedì dalle ore 20.00 alle 21.00, per riposarci con Dio, gustare la sua presenza nel silenzio, farlo entrare nella stanza più interna della nostra anima;
- la messa quotidiana, occasione privilegiata dell’incontro con Gesù il quale viene in mezzo a noi, addirittura dentro noi;
- la preghiera on-line, proposta quotidianamente nel nostro sito dove è possibile trovare un estratto della Parola di Dio del giorno e una brevissima meditazione.