IN ASCOLTO (Gv 8,1-11 testo completo)
Gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?».
Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. […]
Gesù… disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed
ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
LA CONNESSIONE
Marianella García Villas (1944 – 1983) è stata una politica e avvocatessa salvadoregna. Fondò la Commissione per i diritti umani del Salvador, partecipò attivamente alla Democrazia cristiana salvadoregna e fu stretta collaboratrice di monsignor Oscar Romero. Si sforzava di capire e condividere i veri problemi della sua gente, soprattutto dei più indifesi.
Dopo l’assassinio del vescovo Oscar Romero, dovette fuggire in Messico da dove di tanto in tanto rientrava a El Salvador alla ricerca di prove, documenti e nomi da presentare alla Commissione per i diritti umani dell’ONU e ai tribunali nazionali. Nel 1981 visitò l’Europa (il 23 marzo fu in città a Padova), per sensibilizzare al dramma subito dal popolo salvadoregno.
Fu catturata il 12 marzo 1983 in un’area di conflitto dove si era recata per documentare l’uso di armi chimiche da parte dell’esercito. Morì il 14 marzo, dopo essere stata crudelmente torturata da militari dell’esercito.
IN AZIONE
Marianella viene uccisa tre anni dopo il santo Oscar Romero: da lui aveva imparato la denuncia audace, intransigente ma disarmata. Da Romero aveva appreso anche il CORAGGIO della fede: come lui aveva ricevuto prima avvertimenti e poi pesanti minacce di morte. E tuttavia, senza voler andar in cerca del martirio, continuò la sua battaglia non violenta contro una situazione che chiaramente violava i diritti umani, cioè la dignità dovuta ad ogni figlio di Dio. Le armi della sua coraggiosa lotta furono la penna e la parola, la fede e la preghiera, l’umiltà e la vicinanza al popolo.
Marianella è oggi testimone, per tutti i laici cristiani, di come si possa vivere la propria vocazione a trasformare le “spade in aratri”, coniugando cuore e intelligenza, carità e competenza professionale. Scrisse il giornalista Paolo Giuntella: “Alla fine la ragione della croce, apparentemente perdente nella storia, vincerà la ragione della spada e riscatterà la storia dell’uomo”, riscatterà l’orgoglio e l’indifferenza. Questa è la speranza che animava Marianella, questo è il coraggio della fede che non fa girare dall’altra parte quando agli occhi si presentano situazioni di ingiustizia!
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IN ASCOLTO (Lc 13,1-9 testo completo)
In quel tempo […] diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».
LA CONNESSIONE
François Xavier Van Thuân nacque in Vietnam, il 17 aprile 1928, da una famiglia cattolica. Entrato adolescente in Seminario, venne ordinato sacerdote nel 1953 e proseguì gli studi a Roma. Una volta tornato in patria, divenne docente in Seminario, poi vicario generale della diocesi di Huê e, nel 1967, vescovo titolare della diocesi di Nha Trang. Il 15 agosto 1975, poco dopo essere stato nominato da papa Paolo VI arcivescovo coadiutore di Saigon, venne convocato con un pretesto dalle autorità comuniste e accusato di essere una spia al servizio del Vaticano e delle potenze straniere. Iniziò così il suo travagliato percorso, durato tredici anni, tra
domicili coatti, celle d’isolamento, campi di prigionia e torture di ogni sorta, costantemente illuminato da un’incrollabile speranza. Con sé nella prigione non aveva potuto portare nemmeno la Bibbia. Allora aveva escogitato di raccogliere tutti i pezzetti di carta che avrebbe trovato per realizzare con essi una minuscola agenda, sulla quale, servendosi della propria memoria, avrebbe riportato tutte le frasi del Vangelo che ricordava: erano più di 300. Il 21 novembre 1988 venne finalmente liberato: espulso dal paese, fu esiliato a Roma, dove morì il 16 settembre 2002.
IN AZIONE
Vivere il presente è la regola dei nostri tempi. Nei ritmi frenetici della nostra epoca, occorre fermarsi nel momento presente come unica chance per VIVERE VERAMENTE (con PAZIENZA) ed introdurre, sin d’ora, la nostra vita terrena nel corso della vita eterna. Un proverbio vietnamita dice: Un giorno in prigione vale mille autunni in libertà. L’ho sperimentato: in prigione tutti aspettano la liberazione, ogni giorno, ogni minuto.
Nelle lunghe notti in prigione, mi rendo conto che vivere il momento presente è la via più semplice e più sicura alla santità. Nasce da questa convinzione una preghiera: "Gesù, io non aspetterò; vivo il momento presente, colmandolo di amore. La linea retta
è fatta di milioni di piccoli punti uniti l’uno all’altro. Anche la mia vita è fatta di milioni di secondi e minuti uniti l’uno all’altro. Dispongo perfettamente ogni singolo punto e la linea sarà retta. Vivo con perfezione ogni minuto e la vita sarà santa. Il cammino della speranza è fatto di piccoli passi di speranza. La vita di speranza è fatta di brevi minuti di speranza. Come te, Gesù, che hai fatto sempre ciò che piace al Padre tuo. Ogni minuto voglio dirti: Gesù, ti amo, la mia Vita è sempre una ‘nuova ed eterna alleanza’ con te. Ogni minuto voglio cantare con tutta la Chiesa: Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito
Santo..."
[tratto da: F. X. Nguyen Van Thuan, Testimoni della Speranza]
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