L’episodio più famoso della vita di san Martino, portato a noi dalla tradizione popolare, è quello che racconta la sua condivisione del mantello con un povero incontrato lungo la strada.
Questo gesto ci parla non tanto di compassione, quanto di at-tenzione: l’attenzione che quest’uomo, vescovo della cittadina francese di Tours, ebbe verso le genti che gli furono affidate per tutta la durata del suo ministero.
Anche noi, in occasione di questa ricorrenza, vogliamo allargare lo sguardo e dedicare la nostra attenzione a coloro che abbiamo attorno, senza andare tanto lontano.
In questi giorni la comunità si avvicina ai bambini: venerdì pomeriggio abbiamo festeggiato con quelli della scuola dell’infanzia e sabato con la Comunità dei ragazzi, portando loro caldarroste e aria di festa. Certo a quell’età l’allegria nasce spontaneamente, ma un giorno sarà bello per loro ricordare di averla condivisa con i genitori, con i nonni, con gli amici.
Nella mattinata di sabato alcuni volontari si sono occupati di preparare un pasto caldo per quasi 80 anziani che vivono soli e di farlo recapitare loro in tempo per il pranzo: quando si è soli è una gioia ricevere una visita, un po’ di novi-tà e sentire che qualcuno ha pensato a noi.
Nella serata di sabato arriva il momento della tradizione, quello in cui anche chi di solito organizza trova il tempo per godere della festa: dopo la messa delle 21.00 ci si ritrova in patronato per un momento di ritrovo e di amicizia tra una castagna e l’altra.
Domenica concluderemo con altri momenti comunitari: la messa delle 11.00 con i bambini, la celebrazione degli anniversari di matrimonio e la presentazione dei carrelli spesa raccolti per le persone in difficoltà che vivono nel nostro territorio e, al termine, il pranzo per tutti in sala polivalente. Tante iniziative per una messa sola, ma anche queste lasceranno il loro messaggio ai più piccoli che saranno presenti: la carità non è elemosina, ma amore reale, donato, ricevuto e scelto ogni giorno.