“Missionari”, “missione”: parole strane e lontane nello spazio che fanno pensare ai viaggi, al lasciare famiglia e affetti per partire; parole adatte a qualche persona particolare che tutt’al più ha anche delle condizioni favorevoli per partire e lasciare (non è certo un “lusso” per tutti); parole lontane anche culturalmente, infatti già è faticoso partire per motivi di lavoro o di formazione, figurarsi lo spostare il cuore per andare a incontrare chi ha lingua e abitudini differenti dalle nostre… Davvero una faccenda per pochi! In effetti realisticamente è così, se così viene intesa la missione.
La fede, però, si vive quando ci sono dei rapporti umani e fraterni, se le persone si incontrano e si conoscono,se si aiutano e si stimano, se si amano.
Nelle nostre parrocchie di Mandria e Voltabrusegana avrei desiderio che si formassero delle piccole comunità, nei quartieri e nelle vie, di cristiani che si ritrovano perché si conoscono, che pregano insieme una sera alla settimana, che si aiutano e aiutano le persone del quartiere e della via. Semplicemente due cose: amare Dio e amare il prossimo. Ci ritrova poi tutti insieme alla domenica, giorno del Signore, per lodare e ringraziare Dio.
C’è già un gruppo di famiglie che, accogliendo questo invito, si ritrova presso la famiglia Fanzago in via Borsellino a Voltabrusegana: pregano insieme almeno un giorno alla settimana e stanno avvertendo il desiderio di aiutare e sostenere le famiglie, un dono che il Signore sta facendo loro. Chi vive nei paraggi può unirsi a questo gruppo, oppure può fondare una nuova piccola comunità in altre zone delle parrocchie. Ogni comunità è accompagnata dal parroco.
Un’altra comunità cristiana fondata sulla preghiera e sul servizio è l’OIC. Certo esso può essere inteso come semplice ambiente di servizio sanitario, il che non è poco, ma alcuni cristiani che vivono e lavorano là lo stanno già animando in senso cristiano, secondo l’intenzione dei fondatori. All’OIC si prega quotidianamente con la santa messa e in alcuni pomeriggi della settimana con l’adorazione; non manca mai la recita del rosario. Grazie a queste proposte gli ammalati sono serviti non solo nelle necessità sanitarie, ma anche in quelle spirituali.
Davanti ci sono dei segni e degli esempi, pertanto invito chi avverte questa chiamata a farsi presente, cosicché anche noi possiamo diventare missionari nelle faccende di tutti i giorni.