E pensare che credevo di aver capito tante cose… Credevo, per esempio, che fosse quasi impossibile condividere con la comunità la gioia di prestare servizio alla Caritas, una continua scuola d’amore che ti insegna a vedere negli ultimi, gli “indesiderabili”, gli “scomodi”, gli occhi di Gesù. Ne ero convinta perché la parrocchia è già impegnata con i suoi poveri, i suoi anziani i suoi ammalati; oltre a ciò pensavo che qualche pregiudizio di troppo frenasse ulteriormente i parrocchiani di buona volontà a collaborare con noi.
…E poi mi ritrovo in un Giovedì Santo a sbucciare patate con un folto gruppo di donne e uomini del gruppo Feste e sagre, diretto da Nella, per il pranzo di accoglienza dei nostri amici in difficoltà. Ore ed ore di lavoro donate con il sorriso e con dedizione!
E pensare che credevo di aver capito tante cose… Credevo, per esempio, che nessuno in parrocchia fosse disposto a scendere con noi “in trincea” e avvicinare con amore tutti i nostri amici, vincendo i pregiudizi che in questo momento difficile fanno spesso da padroni e ci portano a generalizzare, a giudicare e a chiuderci nel nostro piccolo mondo per paura.
…E poi mi ritrovo un giorno a poter regalare gran parte della merce avanzata del mercatino della parrocchia grazie alla disponibilità di Wanda e Ivana. E scopro una Wanda che non conoscevo, che si mette umilmente e con cura ad impacchettare piatti e tazzine con discrezione, senza emettere giudizio alcuno!
Grazie a tutti voi, donne e uomini del gruppo Feste e sagre: con il vostro gesto mi avete fatto capire che ero io forse la prima a giudicare le persone senza cercare di conoscerle, senza fare il primo passo verso di loro per trovare nel loro sguardo gli occhi di Gesù.
Clarence