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vanDurante l'avvento ai giovani viene proposto un percoso spirituale-artistico: sono guidati dall'arte e dai colori alla meditazione della Parola di Dio. La notte stellata di Van Gogh traccia le tappe di questo itinerario. 

I giovani vengono invitati a vivere la liturgia eucaristica, ad entrare dentro la Parola e a meditarla realizzando un'azione artistica mediante la produzione di un mosaico: arte, colori e Parola di Dio.

Nella quarta domenica: Il bianco della luce della casa.

Il bianco, somma di tutti i colori, il non colore per gli artisti, assieme al nero. Eppure il bianco ha una proprietà preziosissima per ogni tela, per ogni soggetto che si vuole rappresentare. Il bianco è la luce del quadro, accende la tela come la lampadina in una stanza buia... il bianco fa luce!

Non posso non pensare al primo giorno della Creazione raccontata nel libro di Genesi: si inizia con la luce. Nel nero delle tenebre, Dio accende la luce e da lì inizia la vita in tutte le forme che sappiamo e in quelle che ancora non conosciamo. Secondo il racconto di Genesi, la terra c’era già e anche le acque e lo Spirito (la famosa nube arancio) ma non si poteva vedere, non si poteva capire niente...era buissimo. Allora per necessità Dio crea la luce per poi dare forma e chiamare alla vita tutto il resto. La luce è servita a Dio per intervenire sul materiale esistente e lavorarci per valorizzarlo al meglio.

È straordinario e commovente che Dio si sia innamorato della materia informe e deserta e l’abbia forgiata a colpi di cuore, di bontà, di buoni propositi e con intelligenza, fino ad arrivare al gioiello della creazione che siamo noi. Ed è commovente quando nel buio del grembo di donna, si ripete la stessa azione amorosa su di un informe insieme di materia che via via si organizza nella forma, nella bontà, nell’intelligenza. Solamente che il lavoro che avviene nel grembo materno compiendosi al termine della gravidanza, è solo una tappa del miracolo della vita, proprio perché manca ancora la luce. Dare alla luce un bimbo... quanto vera e densa di significato è questa espressione. Perché la vita possa esprimersi nella sua bellezza e pienezza serve la luce: alla creatura, per poter conoscere chi la nutre, la protegge, tutto ciò che la circonda, per riconoscersi e la luce serve anche a Dio, per potersi innamorare e iniziare la sua creazione su quella creatura. Perché se è vero che almeno in linea teorica la maggior parte non nasciamo informi e deserti, è vero che siamo chiamati a diventare dei gioielli, ne abbiamo le caratteristiche e la responsabilità e non possiamo ignorarlo...l’Uomo e la Donna non sono animali; siamo amati, voluti e a immagine e somiglianza di Dio. Ed è Lui stesso che si mette all’opera, non lasciandoci soli in questo sconfinato mare di opportunità di usare male la nostra libertà rendendoci, vita facendo, informi e deserti... questo è il vero unico grande peccato di cui pentirsi...quello di inanellare scelte contrarie alla luce e quindi alla vita piena e soddisfacente. Lui c’è ad oltranza, attraverso le relazioni, attraverso Gesù, attraverso lo Spirito, instancabilmente si adopera per crearci ogni santo giorno e lo fa anche con chi è malato e difforme per davvero perchè la luce illumina anche i ciechi; sarà per questi una creazione parziale, ma è creazione comunque.

Abbiamo collocato il bianco nelle casette, che quasi non si vedono nel dipinto originale, come richiamo al vangelo per evocare l’annuncio a Maria avvenuto probabilmente dentro la sua casa.

Solo perché Maria è donna se ne parla pochissimo nei Vangeli, ma ella è un concentrato di Luce e non solo; lei è stata una Donna così speciale che riassume in sé tutto il percorso di questo Avvento vissuto insieme.

Infatti siamo partiti dal blu del cielo puntato di giallo: si è parlato dell’attesa fiduciosa nel giorno nuovo che verrà e dei riferimenti a cui guardare per non perdersi; Maria è la donna dell’attesa fiduciosa, attende le promesse dei profeti con fiducia, attende che Giuseppe le dia fiducia, attende la nascita di Gesù e sa osservarlo nell’attesa di capire in che senso è Figlio di Dio, attende il momento nel quale Gesù inizia la sua missione e attende l’ora della sofferenza e della morte del Figlio, da lei sicuramente intuita tempo prima... ma attende anche la sua Risurrezione, attende che Gesù torni da lei nuovo, pieno di luce, anzi tutta luce, perché arrivato al massimo della somiglianza con Dio.

Abbiamo proseguito con il silenzio del deserto, silenzio fiducioso per sentire la presenza di chi ci conosce fin nelle viscere; Maria è la donna del silenzio. Immagino il suo silenzio fiducioso dopo il sì all’annuncio; il silenzio in risposta alle mille lecite domande che una ragazza può porsi mentre si avvicina così tanto a Dio da diventarne madre; il silenzio nella contemplazione di quel Gesù mentre agiva da bambino, da adolescente, da Uomo, mentre moriva e mentre lo riconosceva risorto, più silenzi che parole, silenzi densi di senso per non impoverire, con le parole, una comprensione delle cose più grande di lei.

Siamo poi tornati al cielo per farci riempire i polmoni dalla nube arancione dello Spirito, attraverso un respiro fiducioso. Proprio nel vangelo di oggi leggiamo che a Maria viene detto: Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra...traduzione: Maria non è mai stata in apnea, fin dal suo primo vagito ha respirato Spirito, solo così poteva concepire nello Spirito e far nascere Gesù già ricolmo di Spirito che poi ha donato col suo ultimo respiro fiducioso.

E oggi, la luce. Maria che acconsente di dare alla luce Gesù e non solo perché lo partorisce, ma perché è lei che interverrà nella creatura Gesù trasmettendo la sua capacità di attesa, di silenzio, di respiro fiduciosi e con la sua luce vedrà cosa è il meglio per lui e Gesù vedrà cosa è il meglio per sé, nella libertà fiduciosa lasciatale da sua madre, dopo averlo “attrezzato” di tutto ciò che lei poteva dargli che riassunto in una sola parola è: Amore, la cosa che dovrebbe essere la più semplice e la più naturale!

Attesa, silenzio, respiro, luce sono quattro parole per questo Santo Natale accompagnate da un’altra necessaria per non lasciarle sterili: fiducia. Vi auguro un Natale pieno di fiducia, di quella vera, gratuita, quella che permette di far diventare la nostra vita un’opera d’arte! Buon Natale!

Fabio

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Don Lorenzo Voltolin
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Cell. 340.7223749  -  339.6007243
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