Quest’anno la festa di chiusura per l’anno 2013-14 della Comunità dei ragazzi è stato fatta in grande stile.
In una giornata propizia e calda (la Loreta ha conoscenze "in alto"), Voltabrusegana è stata dominata dai veri protagonisti della nostra Chiesa: ragazzi e bambini. C’erano soprattutto loro, con il loro vociare allegro a farla da padroni.
C’è una bellissima storia di Mario Lodi in cui si racconta di un paesino dove nessuno più usciva di casa perché si diceva che nella prateria ci fosse un lupo cattivo. Così tutti i bambini stavano a casa, con i nonni, e si annoiavano un bel po’.
Un giorno però i bambini scoprirono che il lupo era sì cattivo, ma aveva un punto debole: aveva paura dei bambini che si davano la mano. Così i bambini si dettero la mano, il lupo terrorizzato venne catturato e le persone si impadronirono della prateria e della loro libertà.
Ecco, Voltabrusegana sabato era sicura, era amica perché piena di gente che passeggiava o correva.
Il traguardo poi era l’emblema della comunità: tutti arrivavano primi, festosi, soddisfatti, e assetati e ricevevano la loro medaglia, tutti uguali. Anche nella marcia c’era l’intera umanità: quella che suda, quella che si ferma a mangiare le more, quella del "quando arrivo arrivo", quella dell’ "arrivo primo ad ogni costo perché sono competitivo", quella del "bella idea, ma salgo in ambulanza che faccio meno fatica". Insomma, com’è giusto, siamo tutti diversi, ma non è detto che ci sia un migliore o un peggiore, siamo solo fortunatamente diversi per poter trarre vantaggio dall’altrui diversità, da cui c’è sempre da imparare.
Chi insegna e aiuta più di tutti sono proprio loro, i nostri bambini e i nostri ragazzi. Noi pensiamo di aiutarli, in realtà sono loro che aiutano noi dandoci la speranza e dicendoci di credere in loro, che il mondo sarà migliore, che sono in gamba e sono in grado anche di organizzare un GREST.
Loro per esempio ci hanno insegnato come si conclude degnamente una festa tra amici in una giornata calda: a gavettoni!
Per un po’ li ho guardati con aria distaccata, ricordando i tempi in cui li facevo anche io, poi ho pensato: ”Ma chi mi impedisce effettivamente di farlo?” e così ho iniziato a giocare.
Per i grandi giocare è diventato un atto di coraggio. Ma allora chi ce l’ha il coraggio vero, quello che va oltre la crisi economica, quello che va oltre i momenti difficili, loro o noi adulti?
Se vi siete divertiti, se credete sia un esperienza da ripetere, contiamo sulla vostra collaborazione per il prossimo anno.
Rossella & Nicola
Infine, un doveroso grazie a tutti gli animatori e i genitori che hanno contribuito alla realizzazione dell'iniziativa con lo svolgimento dei vari compiti per rendere sicuro e tranquillo il percorso della manifestazione, nonché alle famiglie della zona che ci hanno permesso di passare nelle loro proprietà garantendo un grado superiore di sicurezza.
Staff catechisti
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