Profonde e provocanti le riflessioni di don Lorenzo che già dall’inizio, parafrasando le parole di S. Paolo, ci ha invitati ad una gara a “chi ama di più”: «Come sarebbe bello – ha detto – al termine della nostra vita, vederci superati nell’amore. Che grande soddisfazione, per noi che di solito vogliamo arrivare primi, sentire la gioia di aver vissuto nell’amore e che uno/a mi ha addirittura superato nel donare la sua vita per me».
Bella l’immagine della clessidra (ma anche quella reale costruita per concretizzare l’intervento!) che ha usato durante l’omelia per ricordare come il matrimonio non sia una favola dove esiste la perfezione, ma una bella storia nella quale la vita di coppia necessita di una continua ricerca di “assestamento” reciproco al Progetto iniziale, perché le difficoltà della quotidianità non lo facciano naufragare... E, come la clessidra, anche il matrimonio è costituito dall’unione di due “elementi” distinti ma uguali, di pari dignità, che non si confondono ma si “compenetrano” favorendo lo scambio necessario perché l’una e l’altro funzionino. E’ l’Amore il fluido che passa nel matrimonio (attenzione, ascolto, dono di sé, accoglienza della Grazia di Dio...) e che genera una trasformazione reciproca, continua, pur nell'originalità individuale...
Bellissimo! Altra suggestione emotiva e profonda è nata dalla poesia “Saprai che non t'amo e che t'amo” di Pablo Neruda.
Ci siamo poi ritrovati nella sala polivalente resa, come sempre, accogliente dalle attenzioni e dalla presenza di tanti amici che hanno preparato con cura tavoli e pranzo e di altri che si sono aggiunti per gustare la festa con noi.
Un altro momento significativo è stata la presentazione delle singole coppie (dai 5 ai 60 anni di matrimonio!) che l’eclettico don ha reso spiritoso e dinamico rispolverando luci e ombre di vita condivisa e donando a ciascuna i due simboli usati per la riflessione: una clessidra e la poesia di Neruda.
Vivere in comunità questa ricorrenza, per me personalmente, è anche un “riconoscere”, testimoniare che, al di là degli errori, delle debolezze dell’uno, dell’altra o di entrambi, si può ogni giorno ri-scegliersi, ri-accogliersi, ri-cominciare, ri-prendere insieme il cammino...
E alle coppie che si sono “prenotate” per l’anno prossimo (Elena, Paola...) assicuriamo che... la festa continua!
Grazie a tutti: organizzatori, festeggiati, partecipanti, animatori (dal coro, ai giovani, al don... ) e ad ogni singolo collaboratore.
Maria Rosa