L’arrivo del “nuovo” all’interno di un nucleo già costruito crea sempre una qualche scossa di terremoto. Che sia la nascita di un figlio, l’inserimento alle elementari, l’entrata nell’ adolescenza o l’età che avanza o don Lorenzo che arriva, tutto ciò è sempre vissuto come una minaccia ad un ordine precostituito che richiede un nuovo adattamento. Il gruppo famiglie, quando ha saputo che vi era un nuovo cambiamento in parrocchia, da brava famiglia si è messo in discussione: che identità presentiamo al nuovo venuto? Saremo capaci? Siamo qualcosa oltre quelli che fanno le crêpes? Cosa dovrebbe fare un gruppo famiglie? Sicuramente sbagliamo tutto. E se provassimo a guardare in rete se ci sono delle linee guida su come dovrebbe essere un vero gruppo famiglie?
Quante volte ci chiediamo se esiste una risposta “giusta”. Non c’è per caso un manuale per la famiglia perfetta? In questa società che cambia così velocemente, la società “liquida”, c’è chi la chiama, in cui sembra che vi siano mille stimoli e mille possibilità («Vuoi il nuovo modello di cellulare? Mi spiace, è già vecchio») e in cui siamo spinti alla ricerca continua di nuove cose che sembrano sempre valere di più delle passate, che ruolo può avere la famiglia dove invece tutto è ripetizione? Quante volte al giorno dite: «Debbo ancora dirti di mettere a posto la tua stanza? E’ l’ennesima volta che ti dico di studiare.Ancora una volta non sei riuscito a capire cosa intendevo…»
Il gruppo famiglie di fronte al nuovo ha iniziato a pensare a quella che è stata la sua storia: avevamo iniziato incontrandoci una volta al mese per discutere di temi altisonanti con l’aiuto di esperti, con il servizio di baby sitter… No! Se questo è il cammino giusto per un gruppo, non possiamo farcela. Abbiamo già dato, il passato non può diventare futuro. Siamo sicuramente un gruppo sbagliato! Abbiamo anche provato a studiare un manuale molto in voga per la famiglia felice: “Sposati e sii sottomessa”. Pensavamo che la ricetta per la giusta famiglia potesse trovarsi in un libro, ma ci siamo scoperti a litigare su chi doveva sottomettersi a chi. Siamo un gruppo molto eterogeneo, di persone diverse, con storie familiari diverse. Siamo un fallimento? Il nostro forse è il gruppo del ripensamento, del dubbio, dell’indecisione o della decisione sbagliata. Le nostre famiglie sono il posto dei dubbi e delle indecisioni: come cavolo si fa a tirare su bene questi figli?
Poi però don Lorenzo ci ha detto che i gruppi famiglie che ha conosciuto sono proprio come noi e che non voleva cambiarci, ma che anzi poteva credere che andavamo bene anche così, con le nostre mille sfaccettature. Ha fiducia. E forse anche nelle nostre famiglie, dove tutti sbagliamo come non mai ma poi sappiamo ritrovarci, la fiducia nelle possibilità dell’errore e nella possibilità dei legami di continuare ancora, al di là degli sbagli è una delle nostre maggiori risorse.
In un laboratorio altamente protetto, hanno provato a coltivare degli organismi senza farli entrare in contatto con nessuna anomalia ambientale. Nel momento in cui sono stati messi a contatto con l’ambiente reale, sono tutti morti. E’ dall’errore che abbiamo possibilità di crescita e cambiamento. E’ però necessaria una casa, un legame, un gruppo di appartenenza, un luogo e delle persone dove ritornare. La festa viene fatta per il figlio prodigo che torna dopo aver sbagliato, non per quello perfettino. E allora, vai con la festa.
Sabrina Cognolato