Le prime occasioni in cui il gruppo famiglie torna a radunarsi dopo la pausa estiva sono il banchetto delle crêpes che allestiamo durante la sagra e un’uscita che effettuiamo a inizio ottobre: è durante questi momenti che nascono le idee più disparate dalle quali ricaviamo le nostre intenzioni per l’anno a venire. Non abbiamo un programma!
Tutti hanno un programma? In una famiglia è possibile avere un programma? Di solito capita che si pensi a cosa fare per cena non prima delle sei di sera; se si ha in programma una gita, probabilmente un figlio si ammalerà, un altro avrà da partecipare alla partita più importante della sua vita o ad un’irrinunciabile uscita scout, oppure, semplicemente, uscendo di casa ti slogherai la tua unica caviglia sinistra.
I programmi e le famiglie difficilmente vanno d’accordo. Certi problemi nascono proprio dalla difficoltà di accettare dalla difficoltà di accettare l’imprevisto, l’indesiderato o la diversità, ma una famiglia è proprio un insieme di persone, idee ed esigenze diverse.
Non avere un programma non significa però vivere alla giornata: se si accetta l’idea che non tutto va secondo i propri piani, in questa mancanza può nascere spazio per la fiducia.
A contare gli uni sugli altri si impara proprio in famiglia: si lavora con quello che si ha, in un clima di precarietà, ma da quel poco che c’è si cerca di tirar fuori qualcosa per tutti. In una famiglia si deve continuamente fare i conti con qualcuno diverso da se e dunque essa diventa il primo luogo della condivisione.
Ma allora, se non hai un programma, se non hai il controllo delle cose e degli eventi, come te la cavi?
Noi abbiamo iniziato a ripensare alle nostre intenzioni e a quanto per noi è importante. Abbiamo riguardato la nostra storia e abbiamo visto che il tema della carità ha fatto parte del nostro percorso.
Non sappiamo fare programmi, ma da quel poco che abbiamo cerchiamo di tirare fuori anche qualcosa per gli altri, perché una famiglia, oltre che della fiducia, è il luogo della fecondità.
Non sappiamo ancora cosa faremo il prossimo anno, ma siamo sicuri che proseguiremo il cammino e che vorremmo che quel poco che riusciremo a raggiungere continuasse ad alimentare opere di carità.