Le attività pastorali delle nostre comunità sono impostate come se il mondo non fosse cambiato, come se ancora tutto ruotasse attorno alla parrocchia.
Si tratta, sovente, di azioni di convocazione: “ti invito ai miei incontri”, magari in occasione dei sacramenti, anche belli, nei miei ambienti; raramente ci si muove in uscita come invita spesso a fare papa Francesco. È inevitabile che rispondano sempre “i soliti”, anche perché introdursi in un ambiente nuovo con persone poco conosciute non è un passo che si fa con naturalezza e tutti i giorni: si deve cercare una forte motivazione.
Ecco che l’affermazione “siamo sempre i soliti” è vera quanto sconfortante.
Tutto ciò accade perché gli strumenti e anche lo spirito che abbiamo sono sempre di convocazione; va considerato, inoltre, che le comunità, in particolare le comunità religiose, per loro natura sono le più conservatrici e resistenti all’apertura.
Il 90% delle risorse pastorali delle nostre parrocchie (persone e mezzi) viene utilizzato per il 20% delle persone che arrivano nelle comunità, quasi dimenticando le molte altre che vivono nelle vie, nei quartieri e, perché no, di lato alla chiesa e ai patronati. Gesù, invece, ha inviato i suoi a tutte le genti. Egli stesso non aveva una canonica, un patronato e neppure una chiesa, ma viveva in strada e lì incontrava le persone occasionalmente o andava nelle loro case, il tutto con semplici strumenti, spesso in presa diretta: lo strumento era la sua persona.
La missione che vedrà la fase di preparazione da questa Quaresima fino all’inizio della prossima, e che proprio nella Quaresima 2108 troverà la sua attuazione, ha proprio questo obiettivo: sensibilizzare le nostre comunità affinché questa sproporzione trovi un suo equilibrio e la vita delle comunità si ricalibri nel nuovo contesto.
In queste settimane si stanno componendo le équipe di ambito per la pastorale dell’Iniziazione Cristiana, per la Pastorale Giovanile, per la Pastorale degli adulti-famiglie, per la Liturgia e per la Carità. I Consigli Pastorali hanno dato delle indicazioni e da ora fino a settembre si lavorerà per la formazione alla missione e per identificare gli obiettivi missionari di ogni ambito; da settembre la preparazione e in Quaresima 2018 la realizzazione.
La missione è un forte momento per le comunità di Mandria e di Voltabrusegana, perché essa chiede un’apertura non solo nelle intenzioni ma anche nei gesti: solo ciò che tocca il corpo raggiunge l’anima, perché l’azione è performativa. Si tratta realmente di vincere a volte la paura e di uscire fisicamente, di andare, di suonare i campanelli, di cercare e trovare, oltre gli spazi del patronato, nelle scuole, nelle piazze, nei luoghi del tempo libero.