Se mi metto dalla parte del non credente, gli do ragione!
Come fanno questi cristiani a celebrare la Pasqua, una festa in cui si va dicendo che uno è risorto dalla morte per vincere il male del mondo?
Come si fa a credere se guardiamo a ciò che sta accadendo Siria, ma anche in molte altre parti del mondo, dove l’odio dilaga e irrompono le forze più disumane? Come si fa a credere quando si vedono migliaia di persone che sbarcano nelle nostre terre, affamate, assetate e senza un futuro, mentre i nostri politici, e talvolta anche noi, teorizzano tutte le soluzioni ma la soluzione sarebbe tendere la mano e aiutare il povero? Come si fa a credere quando scoppiano bombe o avvengono attentati solo a motivo dell’odio, solo per far morire un ipotetico ma concreto nemico?
Come si fa a credere quando tanti giovani, più giovani di me, non hanno un futuro davanti e non possono pensare di costruire qualcosa con la loro vita, oppure lo possono fare solo pensando di andare lontano da casa? Come si fa a credere quando incontro tante famiglie in difficoltà, nelle quali uno, talvolta nessuno, lavora più?
Come si fa a credere quando neppure i credenti ci credono più, quando incontri persone che hanno ricevuto tanto dalle famiglie e dalla chiesa e ora sembrano indifferenti o spente? Come si fa a credere se talvolta neppure i sacerdoti sono più fedeli all’ impegno preso? Come si fa a credere quando anche tra di noi, all’interno delle nostre comunità, si sentono malelingue, sfiducia, pensieri che non costruiscono ma vanno a cercare il sottile cavillo per distruggere o destrutturare, perché è certamente migliore quello che penso io?
Eppure, se smettessi di credere anche solo per un attimo, davvero il male avrebbe vinto.
Buona Pasqua
Don Lorenzo
MOTIVI DI FELICITA'
«Grazie» è una parola che non mi stancherò mai di dire. È come una lode perenne dell’uomo che lo solleva dalla depressione e dalla rabbia generate dalle prove della vita, tutto ciò perché «grazie» continua far vedere il bene di Dio e degli uomini.
Grazie a tutti quelli che hanno vissuto questa Quaresima e questa Pasqua: grazie per essere stati presenti, per esserci. Grazie al Signore che ci fa camminare insieme come fratelli, quest’anno anche tra parrocchie vicine, allargando il raggio delle nostre relazioni, invitando altri ad invadere i nostri spazi esistenziali.
Grazie ai catechisti e agli animatori che seguono i ragazzi e i giovani nel cammino di fede, in particolare a quelli dei gruppi Gerusalemme che hanno accompagnato i ragazzi al compimento dei sacramenti dell’Iniziazione Cristiana.
Grazie ai cori e agli animatori della liturgia, a quanti si sono presi l’impegno di mettere insieme persone e caratteri differenti. Grazie a chi ha curato il triduo e la veglia pasquale, alle tante persone che in vario modo e per mezzo di molti carismi hanno arricchito la nostra fede.
Grazie ai ministri dell’eucaristia per aver vistato gli ammalati e gli anziani, grazie ai volontari Caritas per aver regalato un po’ di festa agli amici in difficoltà e alle suore del Centro Mondo Amico perché ogni giorno aprono la loro casa a chi non ha famiglia.
Grazie alle persone che hanno preparato le chiese: le tengono pulite durate l’anno e le hanno rese ancor più belle per queste festività. Grazie ai volontari dei patronati per le iniziative e per rendere sempre fruibili gli spazi della comunità; grazie a chi si prende cura della comunicazione, dei siti e de L’arca, nonché della distribuzione della stessa.
Un grazie sincero anche a quanti nelle parrocchie si occupano dell’amministrazione e della gestione economica, della riqualificazione degli spazi e della loro manutenzione; grazie a chi si cura delle nostre scuole dell’infanzia e delle attività sportive.
Un grazie particolare va ai sacerdoti che ci accompagnano nella fede: don Fabio, don Vittorio e don Roberto che qualche volta ci aiuta. Grazie soprattutto perché in questi giorni ci avete donato il perdono di Dio, ci portate la sua presenza nell’eucaristia e ci aiutate a spezzare la sua Parola. Grazie alle nostre suore per essere, in mezzo a noi, un «Sì» vivente al Signore.
La felicità non manca nel cuore di colui che si accorge delle cose belle che il buon Dio ci dona.