Il Natale è il mistero dell’Incarnazione e l’annuncio della nostra salvezza. Con il Natale il cielo è sceso sulla terra, e la liturgia del tempo natalizio ci invita a guardare la luce che viene dall’alto: Dio, l’Eterno, l’Onnipotente si incarna in Gesù e nasce come un bambino, per condividere con l’uomo la precarietà e la povertà dell’esistenza. Si realizza così la profezia dell’«Emmanuele», «Dio con noi» (Is 7,14).
Il Natale è una novità assoluta nella storia e segna uno spartiacque tra «prima di Cristo» e «dopo Cristo». Perché Gesù, nascendo, ha preso la storia su di sé, l’ha accettata, l’ha amata, l’ha redenta. Perché si può redimere solo ciò che si ama davvero. L’evento «Gesù» è storicamente accertato, la rivelazione dei Vangeli chiede l’adesione della mia fiducia, secondo la quale il Gesù storico è il Figlio di Dio. La vita assume così un significato nuovo: il Natale non è solo un mistero che riguarda la storia passata, ma viene a radicarsi nel mio presente.
Una lettura superficiale del Vangelo ci fissa in un’atmosfera di gioia «pastorale» in cui sembrano essere assenti ombre e contrasti. Eppure nel Natale si attua un dramma a più voci: il dramma che l’accettazione di Gesù come figlio provoca nella vita di Maria, sconvolgendola; lo sconcerto di Giuseppe, che viene a conoscere il mistero che prende vita nel grembo della sua sposa. E poi le storie, le vite parallele dei pastori e dei magi. Accanto a queste persone e alle loro storie ci sono anche le tenebre, che rifiutano la luce ma non possono sopraffarla, come sottolinea l’evangelista Giovanni.
Il Natale è un dono al quale dobbiamo rimanere aperti, anche se la nostra vita è forse destinata a essere un lungo «avvento», una continua attesa, una domanda la cui risposta tarda a venire. Ma attendere non vuole dire restare passivi. L’Emmanuele, il Dio che viene in mezzo a noi per sanare i contrasti che ci dividono, per ridarci il senso della fraternità e della figliolanza, ci chiede comunque già da ora di porre mano alla sua opera. Il Natale ci chiama a un tentativo sempre nuovo di rinnovarci, di sentirci solidali e partecipi, al di là della devozione convenzionale. Il Natale diventa così, per il credente, una vocazione.
Un mistico tedesco del Seicento, Angelo Silesio, scrive: «Se mille volte nascesse Cristo a Betlemme, ma non in te, sei perduto per sempre».
Un augurio che la venuta del Salvatore sia motivo di sollievo innanzitutto per i malati, le persone sole, gli amici che stanno cercando un senso alla vita, chi si sta aprendo ad essa nell’età della giovinezza e a chi si sta apprestando al suo compimento nella senilità.
Un auguro di pace alle famiglie che sono in difficoltà di relazione, a quelle che cercano disperatamente lavoro e serenità per le loro case: Dio guarda sempre i piccoli e i poveri!
Un augurio di pace alle nostre parrocchie, non esenti da contrasti e da contraddizioni: Gesù ci aiuti a guardare con realismo e senza pregiudizi il cammino che sta innanzi.
Un augurio ai tanti, tanti operatori pastorali e volontari che lavorano instancabilmente durante tutto l’anno.
Buon Natale ai membri dei Consigli Pastorali, dei Consigli per la Gestione Economica e del Fondo di Solidarietà Parrocchiale, e ai Comitati di Gestione delle scuole parrocchiali.
Buon Natale ai catechisti e agli educatori che ci hanno aiutato a prepararci a questa festa con le iniziative di catechesi e di liturgia.
Buon Natale ai volontari che operano anche manualmente nei patronati e nelle canoniche lavorandovi costantemente.
Buon Natale al personale delle nostre scuole parrocchiali.
Buon Natale a quanti ci hanno aiutato a preparare questa festa: ai cori e agli animatori della liturgia, alle persone che si prendono cura delle chiese e dei loro arredi, ai cantori della chiara stella, ai ministri dell’eucaristia che portano il conforto di Gesù ai nostri ammalati.
Buon Natale a quanti attraverso i mezzi di comunicazione, L’arca, i siti, le preghiere on line, aiutano la comunione all’interno della comunità oltre gli spazi della presenza fisica.
Buon Natale ai sacerdoti e alle religiose che sono presenti e offrono il loro servizio prezioso e totale alle comunità di Mandria e Voltabrusegana.
Un grazie sincero per tutto il bene ricevuto.