Il Natale porta sempre i suoi doni: a volte sono quelli richiesti altre, con maggior sorpresa, quelli inattesi, mai sperati o mai chiesti, forse addirittura neanche mai desiderati!
Il dono più grande per me siete voi, la comunità con le sue tante sfaccettature, fatta di persone differenti, di provocazioni e anche di conquiste. Grazie per la vostra presenza: la presenza è il primo e fondamentale dono, esserci o non esserci fa sempre la fondamentale differenza nelle relazioni e negli incontri. Ciò non è assolutamente scontato, perché uno potrebbe essere altrove e non vivere la propria comunità. La presenza, poi, è arricchita dai doni e dalle qualità come pure dalla fatica di costruire una relazione che porti a comprendersi e a conoscersi: questo è normale per le persone che vogliono mettersi in gioco e desiderano incontrare ed accogliere gli altri come sono. La relazione cambia anche quando mi lascio conquistare dagli altri, quando ne assaporo le qualità e le ricchezze pur se differenti da quel che mi aspettavo. È il gusto della novità e della scoperta.
Un altro dono ricevuto è stato l’arrivo di Sambou Konate, giovane malese che vive da qualche tempo nella nostra comunità e risiede in canonica con me. Un volto nuovo portatore di novità che anzitutto ha aperto la mia vita di sacerdote all’accoglienza e alla condivisione. Sambou è molto gentile, disponibile e servizievole; qualcuno invitandolo a casa o lavorando con lui ha già avuto occasione di apprezzarlo. Ringrazio Sambou perché ha saputo adattarsi ai miei ritmi e alla vita di una canonica. Vorrei che gli riservassimo amicizia e disponibilità. Vorrei anche che questo fosse uno dei tanti gesti di accoglienza che la nostra comunità riesce a fare verso gli ultimi: penso certamente ai poveri, ma anche ai tanti anziani e ammalati, ai giovani che cercano strade per la vita e quanti sono in reale difficoltà.
Ci sono dei doni che ancora aspetto e chiedo al Signore, e chissà quando vorrà donarli. Il primo è quello di una comunità aperta e senza pregiudizi, capace di incontrare e mettersi in gioco con le altre comunità vicine, di aprirsi a una Chiesa e a un mondo più grandi. Il secondo dono è quello di una comunità che sappia osare e testimoniare il vangelo ancora di più: certo nella nostra parrocchia tanto si fa e si vive, ma la realtà non ci permette di sederci, chiede di attuare il vangelo sempre e in forme nuove. Oggi ci sono chiesti l’apertura al prossimo, la fiducia nello straniero, l’incontro vero con quelli che sono di altre religioni, l’andare in luoghi informali per portare il vangelo oltre le anguste stanze della comunità. Un altro dono è quello dell’unità, ovvero della fraternità che è sempre una meta da costruire giorno per giorno, vivendo nella stima e nell’accoglienza reciproca anche di quelli che sono i limiti e i difetti dei fratelli: qui si tratta di mettere in pratica il perdono e la comprensione.
Immagino che anche voi abbiate ricevuto dei doni e che ne attendiate altri; vi invito, nelle prossime settimane, a scrivere alla nostra redazione (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) come avete vissuto il vostro Natale. Una caro augurio e un abbraccio
Don Lorenzo