Continua a essere intitolata a “Luigi Maran” la “Nuova scuola per l’infanzia di Voltabrusegana”, nata sul ceppo dell’antico “Asilo infantile”, che si propone come un’eccellenza sotto l’aspetto didattico grazie all’apporto entusiastico e competente di don Lorenzo e di una scelta équipe educativa.
La precedente fu guidata, dal 7 dicembre 1959 al 10 luglio 1983, dalle suore Elisabettine della beata Elisabetta Vendramini, che trasmisero nei piccoli lo spirito delle loro Fondatrice, improntato a immenso amore e cura verso le tenere pianticelle, figlie della società e di Dio.
Poi c’è stata la fruttuosa guida di Angioletta che, superando difficoltà non note ai più, ha saputo cogliere importanti risultati.
Ora la virata verso il nuovo che si spera porti abbondanti frutti. Voltabrusegana li mieterà perché il lavoro riceverà una preziosa e sommessa guida dall’alto in don Luigi Maran, gloria del nostro territorio e santo personaggio al quale non dobbiamo aver paura di chiedere aiuto nelle difficoltà.
Di lui esistono due pubblicazioni che ne trattano le vicende storiche: la prima, datata 1928, a firma di mons. Giuseppe Pretto, Cancelliere della Diocesi di Padova, e quella più recente della brava suor Marilena Carraro, edita nel 2007.
Poi godiamo di alcuni articoli apparsi su quotidiani locali e perfino di un dramma “Uccidete quel prete!”, in quattro atti, recentemente vergato da Toni Gobbato e messo in scena dal Gruppo Amatori Teatro Incoscienti di Terrassa. A questo ensemble il merito d’aver rinverdito l’impegno di don Maran in difesa dei poveri, denunciando la condotta immorale dei signorotti che approfittavano delle mogli e delle figlie dei contadini suoi parrocchiani in Arzercavalli. Rischiò perfino la vita nella sua missione di integerrimo testimone di Cristo e pastore premuroso.
Autore | FIORE BRUSTOLIN ZACCARIAN |
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Titolo: | Don Maran tra i fanciulli
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Antiche notizie lo danno nato a Voltabrusegana, invece vide la luce a due passi dalla terra di San Martino, in località Fornasotto, il 17 agosto 1794 da Giovanni e Maria Lucrezia Ruzzante. Il toponimo trae origine dall’esistenza di un’antica fornace lungo l’argine sinistro del Bacchiglione, nei pressi dell’aeroporto, attualmente sotto la giurisdizione della parrocchia di Madonna Incoronata, allora invece di Brusegana, nella cui chiesa, dirimpettaia a quella di Volta, ricevé il battesimo coi nomi di Luigi Felice.
Dopo la sua nascita arrivarono altri undici fratelli, dei quali solo sette rimasero in vita. Il papà, barcaiolo, voleva che prendesse a cuore il suo duro mestiere, Luigi, invece, dimostrò subito amore per il sacerdozio.
Il parroco l’aiutò nei primi studi, poi finì in Seminario, divenendo prete nel 1818.
Nel 1820 fu nominato cappellano a Sant’Angelo di Piove di Sacco e nel 1822 parroco di Arzercavalli, stimato e venerato per lo zelo pastorale.
Il vescovo, temendo per la sua vita, lo chiamò a Padova nominandolo direttore spirituale dell’Istituto degli Esposti. Qui incontrò Elisabetta Vendramini della quale divenne guida spirituale verso la santità, solerte consigliere e aiuto economico nel fondare la Congregazione delle Suore Elisabettine, una delle maggiori istituzioni religiose della diocesi patavina.
Diede vita a un Collegio in favore di chierici che non avevano il denaro sufficiente per gli studi in Seminario.
Il vescovo Modesto Farina lo nominò ispettore onorario degli Asili d’Infanzia e nel 1849 custode diaconale della cattedrale.
Fu insignito, nel, 1857, di un importante riconoscimento dall’imperatore austriaco Francesco Giuseppe I.
Molti lo amarono in vita per le sue doti di profonda spiritualità, manifestate, del resto, in alcuni scritti alla Vendramini, e senso pratico nel dirigere opere caritative.
Lasciò questo mondo il 10 aprile 1859, povero, come era vissuto, donando la sua proprietà alla Congregazione di Elisabetta che l’ha sempre riconosciuto quale confondatore.
Alfredo Pescante