Uno degli obiettivi della missione è arrivare ad incontrare tutti. Tutti non solo quelli che vengono in patronato o in chiesa, tutti!
Con la nostra presenza portiamo un’amicizia, uno spazio di relazione tra vicini di casa per non essere sconosciuti nello stesso quartiere; portiamo e proponiamo anche la persona di Gesù, il vero Amico, a quelli che pensano possa essere importante per loro.
Si va di casa in casa e si suona il campanello.
Questo fa un po’ paura, o quantomeno sembra strano. Eppure lo si suona per vendere tante cose, perché non suonarlo per conoscerci? «Ciao, siamo …, abitiamo nel tuo quartiere e a nome della parrocchia siamo venuti a conoscerti; se vuoi siamo qui come buoni amici».
A pensarci bene sembra strano il contrario: vivere senza conoscerci, pur essendo vicini. È come sfondare una parete di carta. Una parete, anche se di carta, rimane un elemento di separazione nella relazione: non posso vederti, non posso incontrarti. Con una parete di carta in mezzo le persone, anche se vicine, saranno naturalmente spinte ad andare in direzioni opposte, quindi ad allontanarsi.
Come si suona il campanello? Certo saremo annunciati da un avviso: «Durante questa settimana passeranno per le famiglie di questa via delle persone amiche mandate dal parroco, non abbiate timore». Certo avremo degli strumenti, qualche segno da offrire come ricordo del nostro passaggio. Ma in realtà il segno siamo noi: la mia persona fa la differenza tra l’esserci e il non esserci. Cioè se non vengo io, con la mia persona e la mia storia, non avviene l’incontro. Com’è straordinario tutto ciò! In tutte le altre nostre riunioni si parla delle cose e, paradossalmente, non è neanche necessario avvenga un incontro; si parla, si parla, si scambiano idee, ma il centro sono le cose di cui si parla. Andando casa per casa non hai cose di cui parlare, non hai un tema di un incontro, ma si parla di noi, cioè ci si incontra: il tema dell’incontro sono i presenti con la loro vita.
Direi che questo è meraviglioso quanto le vertigini… forse per questo fa un po’ paura, ma è una sfida bella.
A tutto questo saremo preparati da chi lo fa spesso, tramite opportuna formazione. Don Lorenzo è disponibile in questi mesi a portarvi nella benedizione delle case e a farvi sperimentare quanto bello, semplice e naturale è tutto ciò; anche un po’ imbarazzante, è vero, ma di un imbarazzo bello.
Quanti davvero desiderano offrire un po’ del loro tempo per questa visita-incontro nella missione, ne facciano parola con don Lorenzo… È qualcosa che allarga il cuore.