Quando sabato mattina sono arrivata al luogo di ritrovo presso il patronato di Voltabrusegana, ho conosciuto i compagni che sarebbero stati accanto a me per i due giorni del ritiro. Mandria e Voltabrusegana identificavano solo il luogo di provenienza: da quel momento diventavamo un’unica comunità.
In questa comunità ognuno di noi ha vissuto momenti intensi e inaspettati. Gioia, stupore, rinascita, confusione, smarrimento, fiducia, comprensione, ardore, rivelazione, riconoscenza: queste parole non sono sufficienti a dar voce al cuore di tutti.
Emmaus ha travolto ognuno di noi in maniera unica. Qualcuno noi si è sentito frastornato e disorientato al punto da rimettere in discussione alcuni comportamenti adottati e decisioni prese nel corso della propria vita, scoprendo così di dover riflettere e fondare le proprie scelte alla luce delle Parole di Gesù. Qualcuno, tornato a casa, si è sentito pieno di amore per Dio, con una luce nuova nel volto e negli occhi.
Io mi sono avvicinata al ritiro Emmaus senza avere idea di cosa mi aspettava, e la segretezza più assoluta su quanto avrei vissuto è stata ampiamente ricompensata: ogni minuto trascorso è stato prezioso e vissuto in un turbinio crescente di emozioni. Ho portato al ritiro Emmaus solo me stessa, e tutto ciò che in questi soli due giorni ho visto, sentito, provato, toccato, raccontato e conosciuto mi ricorda che Gesù mi chiede pochissimo ma mi dona tantissimo. Ho accolto l’offerta di partecipare al ritiro Emmaus e ho potuto ricevere doni così grandi, scoperte così inaspettate, gioie così piene che spingono per uscire dal mio cuore per diventare ancora più grandi nella comunione e condivisione.
Grazie a tutti e da parte di tutti.
Michela