Nella nostra chiesa parrocchiale era presente una statua di Maria che porta a noi il bambino Gesù. Nella notte del 23 luglio 2011, forse a causa del forte vento e del temporale che imperversavano, una finestra della chiesa si è staccata dal suo alloggiamento ed è precipitata a terra, distruggendo nella sua corsa un banco e danneggiando seriamente la statua che si trovava sull’altare di sinistra.
«Questa chiesa è stata consacrata il 1° maggio del 1365». Così un antico documento relativo a una cinquecentesca visita pastorale in Voltabrusegana, indicando come gli originari patroni della parrocchia fossero i santi Filippo e Giacomo minore. Poi i due Apostoli vennero soppiantati dai santi Giorgio e Martino, quest’ultimo indiscusso protagonista dalla fine del ‘700.
Tali sacri personaggi sono presenti nella meravigliosa pala dell’altar maggiore (dipinta nel 1576 da Dario Varotari) assieme alla Vergine col Bambino, a indicare un’antica e profonda venerazione verso la Madre di Gesù, instillata dalle monache di San Pietro, che qui tenevano giurisdizione dal 1088.
Tale filiale devozione è amplificata dalla presenza ab immemorabili di un altare dedicato a Maria, dapprima in legno e, a partire dal 1813, da quello “magnifico” che ora ammiriamo su cui troneggiava la meravigliosa statua in terracotta di fattura secentesca, già restaurata nel 1988 e rovinata dalla caduta d’un finestrone nel 2011.
Fino al 1927 su quell’altare presenziava, da secoli, una Madonna in legno ornata con diverse vesti, a seconda delle ricorrenze. Don Alessandro Bertan, sollecitato dal vescovo, vi trasportò quella in terracotta del capitello in fondo a via San Martino, una delle più preziose della Diocesi di Padova, a detta di mons. Claudio Bellinati, esperto d’arte. Lo scettro in mano a Maria la qualifica come “Regina” e il Bimbo col globo nella sinistra la definisce “Madre”.
L’autore? Se non il celebre Briosco, scomparso nel 1532, un suo allievo, vista la significativa lavorazione e la stupenda policromia, da rivisitare col prossimo restauro. I documenti su lei per ora tacciono, ma questa “Mamma” vuol ancora parlare, dimostrandoci il suo salvifico affetto.
Alfredo Pescante