Papa Francesco ha raccomandato che durante questo Anno santo si mettano in pratica le opere di misericordia.
Ma cosa sono e in cosa consistono?
Anzitutto le opere di misericordia trovano il loro fondamento nella Parola di Gesù riportata dall’evangelista Matteo nella narrazione del giudizio finale (cf. Mt 25, 31-46) e si dividono in due categorie: corporali e spirituali.
Le opere di misericordia corporale
1) Dare da mangiare agli affamati
2) Dare da bere agli assetati
Queste prime due sono complementari e si riferiscono all’aiuto che dobbiamo dare in cibo e altri beni a chi più ne ha bisogno, a coloro che non hanno l’indispensabile per poter mangiare ogni giorno: «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto» (Lc 3, 11).
3) Ospitare i pellegrini
Anticamente, dare ospitalità ai viaggiatori era una questione di vita o di morte, dati i disagi e i rischi dei viaggi. Oggi non è più così, ma potrebbe comunque accaderci di ricevere qualcuno in casa nostra, non per semplice ospitalità verso un amico o un familiare, ma per un caso di vera necessità.
4) Vestire gli ignudi
Quest’opera di misericordia tende a venire incontro a una necessità fondamentale: il vestito. Spesso ci viene richiesta la raccolta di indumenti che si fa nelle parrocchie o in altri centri di assistenza. Nel momento di donare i nostri indumenti, è bene pensare che possiamo dare cose per noi superflue o che non ci servono più, ma anche qualcosa che ci è ancora utile. Nella lettera di Giacomo veniamo incoraggiati a essere generosi: «Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: “Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi”, ma non date loro il necessario per il corpo, che giova?» (Gc 2, 15-16).
5) Visitare gli infermi
Si tratta di una vera assistenza ai malati e agli anziani, sia in ciò che riguarda l’aspetto fisico, sia nel fare loro compagnia per un po’ di tempo. L’esempio migliore della Sacra Scrittura è quello della parabola del buon samaritano, che si prese cura del ferito e, non potendo continuare a occuparsene direttamente, lo affidò alle cure di un altro, pagando di tasca propria (cfr. Lc 10, 30-37).
6) Visitare i carcerati
Consiste nel far visita ai carcerati, dando loro non soltanto un aiuto materiale ma anche dell’assistenza spirituale affinché possano migliorare come persone e correggersi, magari imparando a svolgere un lavoro che possa essere loro di aiuto quando sarà terminato il periodo di detenzione. Invita anche ad adoperarsi per liberare gli innocenti e chi è stato sequestrato.
7) Seppellire i morti
Cristo non aveva un luogo dove posare il capo. Un amico, Giuseppe d’Arimatea, gli cedette la propria tomba. Non soltanto, ma ebbe il coraggio di presentarsi a Pilato e di chiedergli il corpo di Gesù. Partecipò anche Nicodemo, che aiutò a seppellirlo (Gv 19, 38-42). Seppellire i morti sembra un ordine superfluo, perché, di fatto, tutti vengono seppelliti. Però, per esempio, in tempo di guerra può essere una necessità pressante. Perché è importante dare una degna sepoltura al corpo umano?
Perché il corpo umano è stato dimora dello Spirito Santo. Siamo “tempio dello Spirito Santo” (1 Cor 6, 19).