LA FORZA E LA BELLEZZA DELLA NARRAZIONE NELL’ANNUNCIO (attraverso le parole dell’Evangelii Gaudium di Papa Francesco)
Da tempo, tra i catechisti della nostra diocesi, si parla di narrazione come modalità comunicativa nell’annuncio e nella catechesi dei ragazzi, ma anche degli adulti. Il linguaggio narrativo, infatti, sta sempre più entrando nella pratica catechistica aiutando a passare da una trasmissione di contenuti astratta, deduttiva, affidata alla sola ragione, ad un apprendimento di tipo esperienziale, induttivo, che valorizza la storia, i sentimenti, le emozioni, l’azione.
Apprendere il linguaggio narrativo è stato l’obiettivo dei corsi di formazione di questi ultimi anni, a cui molti catechisti hanno partecipato. Durante il corso essi hanno conosciuto di più il Vangelo di Marco, hanno riconosciuto in quel racconto la loro storia personale e hanno appreso il metodo narrativo per poterlo utilizzare nell’incontro con i ragazzi.
Raccontare è importante perché attraverso il racconto la persona si rivela nel profondo dando la possibilità, a chi ascolta, di entrare nella sua storia, di immedesimarsi in ciò che viene narrato, di riconoscersi nei sentimenti, negli stati d’animo, nei legami, negli incontri, nelle gioie, nelle sofferenze e nelle paure.
Gli avvenimenti narrati diventano più nostri. Ma il racconto non è solo il modo in cui, nella nostra abituale esperienza di umani, si comunica qualcosa di sé e della propria vita ad altri, è anche la modalità tipica con cui abitualmente la sacra Scrittura ci parla di Dio.
In altre parole, il racconto è il modo caratteristico secondo cui Dio ci parla di sé attraverso la testimonianza della sacra Scrittura che arriva ad esprimersi nella qualità più alta attraverso la storia di Gesù di Nazareth.
La narrazione presuppone che chi racconta abbia vissuto ciò che narra, lo abbia fatto suo, lo abbia tradotto con le sue parole, abbia sperimentato sulla sua pelle ciò che dice. In definitiva, chi racconta deve essere un vero testimone.
Per questo motivo nella prossima Assemblea diocesana, si tornerà a mettere al centro dell’incontro la narrazione, come modalità ideale per potere annunciare il Dio di Gesù sia ai bambini che agli adulti.
Un’occasione per insegnare a quanti saranno presenti le parole, i segni, i gesti per diventare capaci di raccontare ciò che Dio compie per ciascuno di noi.
Ad introdurci nell’arte della narrazione sarà don Marco Campedelli, prete delle diocesi di Verona, insegnante di liturgia all’Istituto Superiore di Scienze Religiose san Pietro Martire. Don Marco, fin da bambino, è stato discepolo del maestro Nino Pozzo (maestro burattinaio), formandosi nella tradizione del teatro dei burattini. L’impegno principale di don Marco è quello di raccontare il Vangelo secondo la Evangelii Gaudium di papa Francesco, attraverso forme sperimentali che hanno lo scopo di portare, utilizzando la poesia e il teatro, il messaggio evangelico a tutti, in modo più laico e con un linguaggio non escludente.