Ci lasciamo alle spalle il tempo del Natale e sembra di tornare alla normalità, anche se in realtà le cose di tutti i giorni non ci abbandonano mai. Dopo la festa c’è come un calo di tensione, eppure nella quotidianità ci sono delle sfide, sfide che ci fanno eroi.
Visitando alcune famiglie in questo periodo mi accorgo che tra noi vivono persone non solo buone ma anche coraggiose, costanti e forti, che con amore e pazienza si fanno carico di situazioni faticose e così costruiscono la società, tengono unite le famiglie, si prendono cura degli altri donando tutta la vita. Tutto ciò si chiama capitale umano.
Le nostre comunità, non senza tensioni, stanno facendo passi per incontrarsi. Alcuni di noi sono più disponibili, altri meno, altri ancora restii. Eppure i passi si fanno. Ci sono cose che mi fanno soffrire, altre che mi fanno gioire. In entrambi i casi la nostra bussola è il vangelo che aiuta ciascuno a prendere una misura di come siamo e come ci comportiamo.
Ci sono sfide della Chiesa. Siamo tutti colti di sorpresa dal comportamento di alcuni sacerdoti, anche se è bene aspettare la chiarezza dei fatti. Tuttavia, talvolta, i sacerdoti per primi sembrano aver bisogno di aiuto: proprio loro che devono essere esemplari guide incappano nel male e producono conseguenze pesanti per i singoli e per le comunità. Dobbiamo crescere nel bene, accettare la sfida di cambiare e ripartire dalle nostre miserie.
Ci sono sfide nel mondo. Siamo tutti colpiti dalle immagini e dalle notizie che giungono da Aleppo, emblema della tragedia della guerra. Sicuramente ci sono tante ragioni per gli uni e per gli altri che sono coinvolti nel conflitto, ma la guerra, e quel tipo di guerra, non è mai ragionevole, è l’annullamento dell’umanità e ad essa dobbiamo ribellarci sempre: non siamo fatti per vivere così. Mai più la guerra e l’odio prodotto dalla guerra.
Le sfide di tutti i giorni sono quelle più vere, quelle sulle quali si misura la nostra umanità.